di Maria Laricchia e Laura Bortolotti
23 marzo 2018. L’assemblea delle socie vota all’unanimità la disaffiliazione da Arcilesbica Nazionale. L’assemblea si autodetermina come associazione lesbica autonoma scegliendo per sè il nome di Lesbiche Bologna. Un nome che rivendica la pluralità delle soggettività lesbiche in tutte le nostre caleidoscopiche forme. Un’associazione di lesbiche accomunate dalla voglia di costruire comunità capaci di far emergere e rendere visibile tutta la potenza e la bellezza gioiosa che ogni lesbica può generare.
Gli anni che hanno preceduto quel marzo sono stati anni di lotta interna, che la maggior parte dei circoli territoriali ha sostenuto per dar voce a posizionamenti politici ben distanti da quelli imposti da una segreteria nazionale pericolosamente differenzialista. «Una lotta che – ci piace rivendicare – abbiamo vinto perdendo» il XIII Congresso nazionale di Arcilesbica, scegliendo di disaffiliarci e di intraprendere il nostro percorso di liberazione e di affermazione come associazione lesbica autonoma.
La nostra ri-nascita parte da un florido percorso di trasformazione, che ci ha viste attivatrici di processi e di elaborazioni politiche. Eravamo (e siamo) mosse da desideri di rivoluzione lesbica a partire dalla rivoluzione di noi stesse, come ci insegna Audre Lorde. Nel documento politico Cambiamo tutto abbiamo raccontato i primi due anni del nostro percorso come Lesbiche Bologna, dando voce al nostro desiderio di rinnovamento, personale e collettivo, e tracciando gli orizzonti del nostro percorso politico. Consapevoli che «questo interrogarsi insieme non sia ancora esaurito e che non debba mai esaurirsi, riteniamo che la riflessione e l’elaborazione politica siano il cardine fondamentale e imprescindibile che anima la nostra realtà associativa».
Sentivamo forte il desiderio di connetterci con tante attiviste lesbiche, bisessuali, trans* sparse sui territori, che sentivamo compagne e alleate. Decidemmo allora di proporre i tre giorni di Lesbicx: capire il presente per immaginare il futuro. Il punto tra inclusione e intersezionalità su una soggettività in divenire, in cui la “x” rappresentava l’incognita di chi siamo e chi vogliamo diventare, ma anche l’intersezione delle oppressioni multiple che viviamo. Questo spazio politico, nato da un desiderio diffuso delle lesbiche e che ha rappresentato un momento di elaborazione collettiva molto partecipato, si è concluso con la sua restituzione alla comunità lesbica, affinché divenisse processo collettivo nelle mani di un’assemblea allargata.
Cosa significa dirsi lesbica? Quali sono le oppressioni lesbobitransfobiche che viviamo? Quali i nostri immaginari, i desideri? Come decostruiamo il patriarcato e costruiamo pratiche lesbotransfemministe per vivere le nostre comunità?
Per provare ad attraversare questi interrogativi ci siamo prese spazi politici di riflessione collettiva a partire da noi. Abbiamo mutuato dalle femministe degli anni Settanta la pratica dell’autocoscienza femminista per costruire una riflessione intorno alle nostre soggettività lesbiche e alla nostra identità politica, dando vita a Lesboscopie, una laboratoria di autocoscienza a cui hanno aderito oltre sessanta lesbiche. Durante Lesboscopie abbiamo consolidato il pensiero e le pratiche del dirsi lesbiche come scelta e soggettivazione politica, non solo come orientamento sessuale. In questi percorsi ci siamo riconosciute compagne di oppressioni multiple e lesbofobitransfobiche ma soprattutto compagne di lotte lesbiche per la costruzione di un «nostro mondo comune» (Il nostro mondo comune. Un contributo del C.L.I. al dibattito aperto del gruppo n. 4 di Milano. C.L.I. – Collegamento Lesbiche Italiane).
In risposta alla mancanza di immaginari lesbici e al bisogno di poterci riconoscere attraverso le narrazioni lesbiche, nel 2020 abbiamo avviato Lesbùk, un gruppo di lettura su autrici lesbiche e femministe che ci permette di connetterci con le nostre genealogie e attraverso queste riconoscere i nostri vissuti. Nel 2023 abbiamo organizzato con Some Prefer Cake il corso di sceneggiatura per il fumetto Scrivere per renderla protagonista, tenuto dalla sceneggiatrice e autrice Valentina Grande e nato dalla volontà di offrire alla nostra comunità uno strumento linguistico di autorappresentazione e autonarrazione, consapevoli delle difficoltà di accesso per genere, orientamento, identità, età e possibilità economiche.
Abbiamo realizzato altre iniziative culturali nate dal desiderio di trovare parole e linguaggi con cui nominarci, costruire un nostro pensiero politico e posizionamento. Tra queste la rassegna di poesie lesbiche Le nostre poesie cambieranno il mondo in collaborazione con La Falla e la Libreria delle donne di Bologna. E Il cantiere letterario di Monique Wittig per nutrire la nostra passione politica per il pensiero wittighiano e celebrare l’anniversario dei cinquant’anni da Il corpo lesbico e i vent’anni dalla morte di Monique, contribuendo ad alimentare quella che Sara Garbagnoli chiama «euforia politica attorno a Monique Wittig».
Tra i nostri obiettivi fondanti ci sono sempre stati la visibilità lesbica, che celebriamo ogni giorno, e il desiderio di far emergere le nostre soggettività e le nostre rivendicazioni, condividendo lotte con altre soggettività oppresse da una società eteropatriarcale, capitalista, abilista, razzista, grassofoba. Supportiamo l’autodeterminazione delle donne che scelgono di intraprendere un percorso di gestazione per altrə; siamo alleate delle sex workers nella lotta contro la criminalizzazione del sex working e per il pieno riconoscimento dei diritti in quanto lavoratrici. (Sì, siamo anche madri, puttane, butch, disabili, femme, grasse, cattive, ribelli e tante altre!)
In questi anni la nostra associazione è stata attraversata da persone non binarie, donne cisgender, persone trans*, soggettività che vivono e significano il proprio lesbismo secondo esperienze e percorsi differenti. Rivendichiamo con forza la storica e attuale complicità tra lesbiche e trans. Siamo da sempre complici e sorelle dellə compagnə trans* nella cui lotta riconosciamo una matrice comune sin dai tempi di Stonewall. Collaboriamo con il MIT e la Casa delle donne di Bologna per non subire violenza, con cui portiamo avanti un lavoro politico lesbotransfemminista che mette in rete risorse e pratiche per accogliere le persone LBT* che subiscono violenza all’interno delle relazioni di intimità e non solo. Grazie al progetto Creazioni femministe, guidato da Micce in collaborazione con Bar Senza nome, Senza violenza, Ens Emilia Romagna e Comunicattive sono stati resi accessibili alle donne LBT della comunità sorda i servizi di accoglienza* e antiviolenza di ciascuna delle realtà.
Nella nostra associazione trova spazio tutta la meravigliosa bestiaria lesbica celebrata dall’edizione 2023 del campo lesbico di Agape, uno dei luoghi che meglio accoglie e rappresenta le nostre soggettività e le istanze che le animano.
Riteniamo fondamentale riconoscere e valorizzare ognuna delle sfumature che le soggettività lesbiche esprimono e che la rendono rigogliosa e trasformativa. Per questo abbiamo stretto alleanze e collaborazioni con realtà LGBTQ+ locali, preso parte e contribuito a creare reti femministe e lesbiche nazionali e internazionali. Come la rete Medus3 nata dalla rabbia e dal dolore per il lesbicidio di Elisa Pomarelli nel 2019. Ogni anno Medus3 pubblica un Report sul fenomeno della lesbofobia in Italia che fa emergere quanto la lesbofobia sia strutturale e sistemica. Ed EL*C, grazie alla quale siamo in connessione con lesbiche di vasti territori.
Dal 2017 è attiva la Linea Lesbica e Antiviolenza (LLA), lo sportello di accoglienza rivolto alle donne, lesbiche, bisessuali, trans* che subiscono violenza nella propria relazione di intimità. La LLA è portata avanti da un’equipe di operatrici volontarie formate ad accogliere con la metodologia femminista trasmessa dai Centri antiviolenza. Lo sportello telefonico è anonimo e gratuito ed è attivo al 3913359732 (il lunedì dalle 18 alle 22 e il mercoledì dalle 18 alle 20). Attraverso laboratori politici quali le Cerchie Lesbiche Antiviolenza abbiamo scelto sin dal 2020 di aprire e portare avanti questi spazi per favorire l’emersione, il riconoscimento, la nominazione e il contrasto della violenza nelle relazioni lesbiche; imparare a riconoscere le dinamiche di potere, trovare strategie e pratiche di empoteramento per uscire dalla violenza all’interno delle relazioni lesbiche. Ci spostiamo in vari territori per creare occasioni di confronto politico, per la costruzione di una critica lesbica alle oppressioni eterocispatriarcali all’interno delle relazioni.
Abbiamo lottato con lə compagnə della comunità LGBTQIA+ per l’approvazione della Lr 15/19, Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Oggi siamo parte attiva nel Tavolo tecnico con funzioni di osservatorio sulle discriminazioni e violenze determinate da orientamento sessuale o identità di genere istituito in attuazione della legge. Ne è fresca di pubblicazione la Ricerca sulle discriminazioni e sulle violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere in Emilia-Romagna, risultato dei primi anni di lavoro con le parti sedute al Tavolo, condotta da Luca Trappolin e Paolo Gusmeroli del Dipartimento FISPPA dell’Università degli Studi di Padova. Il 29 settembre dello scorso anno, insieme ad altre 26 associazioni LGBTQIA+, abbiamo firmato il Patto generale di collaborazione per la promozione e la tutela dei diritti delle persone e della comunità LGBTQIA+ della città di Bologna 2022-26.
La visione che ci animava cinque anni fa – e che ci anima tuttora – è la nascita di un movimento lesbico ampio e multiforme, costituito da soggettività, collettivi, singole, gruppi e associazioni, il cui obiettivo comune sia l’empoteramento delle lesbiche, attraverso la lotta all’eterocispatriarcato e la creazione di una comunità che rappresenti un sostegno per tutte le nostre molteplici soggettività.
In questi anni abbiamo portato i nostri corpi ai Pride proponendo e occupando uno spezzone lesbico, a piedi, sotto la grandine, con la lesbocarretta, fino alla Carra lesbica di Lesbiche in Rivolta, esperienza nata da un percorso politico condiviso e dall’unione delle nostre energie con quelle delle compagne di Some Prefer Cake e della Collettiva Elettronika.
Come Lesbiche in Rivolta saremo al Pride anche quest’anno, assieme a Some Prefer Cake, Collettiva Elettronika e singole: «Saremo lesbiche in rivolta contro l’invisibilizzazione della nostra soggettività politica, la strumentalizzazione della nostra soggettività in chiave transfobica, gli stereotipi che cancellano l’enorme varietà e pluralità delle nostre vite, dei nostri corpi e delle nostre relazioni. In rivolta contro tutte le forme di lesbofobia quotidiana, il binarismo di genere, l’eteronormatività, l’eterosessualità obbligatoria e l’eterocispatriarcato, per l’affermazione delle nostre molteplici e meravigliose soggettività» (dal discorso per Some Prefer Cake di Elisa Coco durante il Rivolta Pride 2022).
Buona rivolta lesbica a tutte!
Perseguitaci