I protagonisti lavorano per la Agence Samuel Kerr (Ask), importante agenzia di scouting e impresariato di Parigi che cura soprattutto gli interessi di attori e attrici; loro il compito di procacciare agli assistiti i lavori migliori, ma anche di assecondarli in tutte quelle piccole e grandi manie che li caratterizzano, o di prestare alla star del momento orecchio e spalla, quando si trova in difficoltà. La narrazione è fresca e incalzante: gli spunti narrativi sono presentati in modo ironico e i vari protagonisti si mostrano fin da subito sulla scena attraverso i propri difetti. Abbiamo Gabriel, ansiogeno e disorganizzato ma sensibile e di buon cuore; Arlette, voce dell’esperienza un po’ âgée ma spiccia e disincantata; Andréa, bisessuale stakanovista, incapace di una relazione duratura che si troverà a imparare a conciliare famiglia e lavoro; infine, Mathias, socio anziano della Ask, senza scrupoli e dalla vita privata complessa. A loro si affiancano una serie di comprimari, personaggi ricorrenti che diventano essenziali ai fini della trama, tanto quanto lo sono gli agenti, come i loro assistenti (Camille, Noémie e Hervé) o Samuel, che compare in una sola puntata ma sarà una presenza fondamentale in tutte e quattro le stagioni.
Curioso il cambio di prospettiva cui la serie ci costringe: i grandi nomi che costellano gli episodi, una volta si chiamavano guest star, qui interpretano molto spesso la parte di sé stessi. Uomini e donne alle prese con un mestiere bizzarro, detronizzat* dall’altare del successo (francese, soprattutto, ma ci sono anche figure di spicco internazionale come Sigourney Weaver) e mess* al loro posto, all’interno di un ingranaggio complesso come quello dello showbiz. Dix pour cent è riconosciuta dalla critica come una delle serie francesi migliori dell’ultimo decennio, che si spoglia dallo snobismo intellettuale di cui sono spesso tacciati i cugini d’oltralpe, in favore di un linguaggio più accessibile. Questo dramedy, crasi tra drama e comedy, ci racconta di un mondo patinato che è solo una piccola parte di quello reale.
Anche la figura che dovrebbe rappresentare la comunità LGBTQIAP+ all’interno degli show è caratterizzata da tratti molto diversi: la protagonista Andréa della serie francese è una donna bisessuale, in carriera, autonoma, capace e molto consapevole di sé (e lo diventerà sempre di più nel corso della storia); al contrario, Gustavo, assistente sociale omosessuale in quella italiana, si porta dietro tutti gli stereotipi di un personaggio macchiettistico e abbozzato con il solo scopo dell’essere deriso.
Immagine in evidenza da theguardian.com
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