Avevamo da poco inaugurato la nuova sede presso la Salara e ci ritrovammo in tre a delirare su cosa avremmo potuto fare in quella prima estate lontano dalla terrazza di Porta Saragozza. Io, Daniele Del Pozzo e Luca De Santis. Il concitato brainstorming raggiunse il climax nel passaggio: sagra paesana, albero della cuccagna, arrampicata, sport estremi. E, ovviamente, travestitismo. Questo azzardato gioco di associazioni fu la base di partenza del Progetto Tovarich: sei filmati surreali di travestite che si cimentano con sport estremi. Partecipai a tre delle sei specialità scelte dalla marziana regista. Rafting, Go-Kart, Paracadutismo.
Per il rafting avevamo prenotato una discesa in gommone da otto posti, e all’appuntamento al Cassero prima della partenza eravamo in sette. Fu incredibile come trasformammo la giornata all’agente tedesco della Guida Spartacus che era venuto a venderci uno spazio pubblicitario. Si ritrovò sull’appennino con una parrucca insieme a sette scatenate pronte a lanciarsi tutte insieme nelle rapide.
Bisogna dire che i gommoni pronti a lanciarsi erano otto. E che la nostra improbabile squadra riuscì ad arrivare per prima, anche se nessuno ammetterà mai ci fosse una gara in corso. Tra simulazioni di annegamento, rovesciamento e proseguimento a piedi, arrivammo a valle sani e salvi, anche se un po’ scomposti.
Per il go-kart scegliemmo una domenica all’ora di pranzo. Autodromo da qualche parte sulla riviera romagnola. Famiglia riunita a tavola che interrompe il pranzo per darci le vetture e indicarci gli spogliatoi. Ecco, vi lascio immaginare come siamo usciti da quello spogliatoio e come abbiamo corso con quelle vetture. Con me, Lena Poppers, Brenda Broadway e Sweety Darling. Per la famigliola quella domenica non fu più la stessa.
Ma il vero dramma fu quando arrivò il giorno del lancio col paracadute. Affinché il progetto creasse entusiasmo collettivo, avevo dato la disponibilità a questo lancio. Ma non mi ero reso conto che presto sarebbe diventato realtà. Io e David ci ritrovammo in un aeromobile club in provincia di Ferrara a chiedere ai giovanotti del posto dove potevamo cambiarci. Ci indicarono un hangar. Quando videro i risultati del trasformismo decisero improvvisamente di lanciarsi tutti con noi. E da quattro diventammo sedici. Ci prelevò un aereo rosa shocking, salimmo fino a 4.800 mt. di quota e fu aperto il portellone. Con tacchi, parrucca, pelliccia e chewing-gum affrontammo una interminabile caduta libera. Latavia ci aspettò giù all’arrivo e filmò le nostre prime reazioni, che, come dopo una mega scopata, furono: David “Avete una sigaretta?”, Bruno “Facciamolo un’altra volta!”.
Il “Progetto Tovarich” ottenne molto successo di pubblico sul web, in alcuni festival e nelle proiezioni fatte in casa. Fu addirittura proiettato per alcune settimane ininterrottamente in una galleria d’arte di Parigi, e sicuramente anch’essa dopo non fu più la stessa.
pubblicato sul numero 4 della Falla – aprile 2015
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