IL CHEMSEX TRA CONSAPEVOLEZZA E STIGMA

in collaborazione con Cassero Salute

Parlare di sesso associato all’uso sostanze stupefacenti non è come parlare di scopate associate a semplici afrodisiaci. Portare la chimica pesante in camera da letto non è come portare della panna spray, un paio di fragole o una tisana aromatizzata al peperoncino. Se la panna può andarci banalmente di traverso mentre siamo presə dalla passione, assumere Ghb o metanfetamine può avere delle conseguenze che possono rivelarsi ben diverse, lo dico consapevole di quanto l’argomento sia delicato e complesso.

Parlare di droghe e informare senza pregiudizio, abbattendo ogni forma di stigma, è fondamentale per poter essere di aiuto a chi vuole saperne di più o è in difficoltà.

Dietro alle sostanze stupefacenti c’è un mondo, ci sono delle vite, delle scelte legate alle molecole di cui far uso e, nel caso del chemsex, dei rituali sociali ben precisi di cui tener conto, sia che si voglia approcciare l’argomento in modo curioso sia che ci si voglia occupare di riduzione del danno come addettə ai lavori.

Conoscere le sostanze può essere di grande aiuto per capire quali potrebbero essere le conseguenze legate alla loro assunzione e questo può portare a un uso più consapevole delle stesse e a una migliore gestione gli effetti collaterali o letali. Tuttavia non basta, perché lo stigma associato alle persone che fanno uso di sostanze è ancora molto radicato, soprattutto in Italia.

Quando si usa una sostanza psicoattiva banalmente definita droga, ci sono vari aspetti della vita di una soggettività a entrare in gioco: affettività, pulsionalità, empatia. Tutto viene alterato in modo più o meno marcato e si intreccia inevitabilmente con una biografia, un vissuto che porta all’assunzione.

Una domanda che sorge spontanea è: ci può essere un rapporto sessuale associato a uso di sostanze stupefacenti che mette a rischio il consenso? La risposta è sì e questo è un rischio di cui tener conto sempre.

L’assunzione di sostanze con effetto euforizzante, disinibente e dissociativo non permette di mantenersi vigili sui comportamenti minimi per la propria incolumità e rende momentaneamente vulnerabili.

Non essere lucidə non implica consenso e le pratiche vanno sempre concordate, un no è una frase completa e questo deve valere sempre: no è no in qualsiasi momento, circostanza e qualsiasi sia la sostanza assunta anche se ci impedisce di verbalizzare dissenso.

Va inoltre detto che il rischio di contrarre Ist (infezioni sessualmente trasmissibili)  durante il sesso chimico è notevole. Meno si è lucidə, meno percezione del rischio si ha.

Il chemsex è un fenomeno che comporta  il consumo di  sostanze psicoattive all’interno dell’attività sessuale, riguarda in particolare Msm (Men who have sex with men), ma può coinvolgere altre soggettività. Tendenzialmente gli incontri avvengono tra più persone, a volte fino a venti, che si cercano e accordano tramite app di incontri. A differenza delle comuni orge, le sessioni di chemsex possono durare da poche ore fino a quattro o cinque giorni, relegando in un angolo bisogni fondamentali come mangiare o dormire, spingendo il corpo oltre ogni limite di resistenza.

Le sostanze che caratterizzano il chemsex vengono denominate chems e si dividono in tre categorie di principi attivi: metanfetamina, mefedrone, Ghb/Gbl.

La metanfetamina è costituita da cristalli noti come Crystal, Tina, Meth. Viene fumata nelle pipe, ma è possibile iniettarla o assumerla per via rettale. Si tratta di un potente euforizzante e disinibente, molto usato nei rave party per non sentire la stanchezza, la fame e per favorire la socializzazione.

Il mefedrone è simile alla metanfetamina e favorisce la socializzazione, accelera i processi mentali e aumenta la libido. La polvere di mefedrone può essere sniffata (è un potente irritante delle vie nasali), iniettata o assunta per via rettale attraverso una siringa privata dell’ago (booty bumping). Viene largamente usata perchè molto economica ed è di facile reperibilità.

Il Ghb, o acido gamma-idrossibutirrico (chiamato volgarmente G, Gina, Liquid Ecstasy, Vita G, Soap) è un liquido incolore che viene assunto con l’acqua o con un drink. Ha un effetto rilassante e disinibente, lievemente euforizzante. A basso dosaggio (10mg/kg) ha degli effetti comparabili a una blanda intossicazione alcolica. A dosi maggiori (20-30mg/Kg) porta all’essere maggiormente recettivə a sensazioni tattili, incrementa la performance e intensifica il piacere sessuale. A questi dosaggi è possibile avvertire gli effetti collaterali come nausea e vertigini. Gli effetti sulla performance sessuale durano 20-30 minuti. Dosaggi superiori sono estremamente pericolosi, in quanto comportano amnesie, convulsioni, depressione respiratoria e coma. Il Ghb è molto pericoloso e, soprattutto se assunto con alcol o amfetamine, può provocare uno stato di intossicazione e overdose; è anche chiamato droga dello stupro perché può indurre uno stato di incoscienza, il G-sleep, in cui la persona non è più cosciente e consapevole di ciò che sta accadendo.

Il consumo delle chems appena elencate viene spesso associato ad altre sostanze: alcol, ketamina, cocaina, popper e farmaci, con notevoli controindicazioni a carico del sistema cardiovascolare come il famoso Viagra per esempio.

Negli ultimi anni il chemsex ha attirato l’attenzione della Sanità Pubblica come possibile causa non solo di overdose e di dipendenza, ma di trasmissione di infezioni sessualmente trasmissibili, problemi di salute mentale e violenze.

Va precisato che in Italia, secondo la raccolta di molti racconti e testimonianze dirette, c’è una notevole predilezione verso una combinazione di Prep e barebacking (penetrazione anale non protetta) durante le sessioni di chemsex e questo può portare a un notevole aumento di trasmissione di Ist. C’è da ricordare che essere in Prep protegge dal contrarre Hiv, ma non protegge da tutte le altre Ist.

Da questa illustrazione del fenomeno chemsex e il breve discorso fatto sull’uso di sostanze associate al sesso emerge un aspetto fondamentale: è fondamentale informare e informarsi non lasciando spazio al pregiudizio o al caso.

Come attivistə è necessario offrire opzioni per promuovere le politiche di riduzione del danno e favorire l’accesso a canali di ascolto psicologico a tuttə coloro che abbiano scelto di non praticare più chemsex, di praticarlo saltuariamente o che non riescono più a praticare sober sex (sesso senza l’utilizzo di sostanze psicoattive).

Nessunə deve essere lasciatə solə perché una molecola psicoattiva può schiacciare un‘intera esistenza. Capire come muoversi in questa geografia di orgasmi e chimica è necessario per rimanere liberə di godere e porsi in modo consapevole nei confronti dei nostri bisogni e del nostro sentire più profondo.

Immagine in evidenza illustrata da Robin, immagine 1 da globalgiving.org, immagine 2 da medium.com