Le emorroidi durante le festività rischiano di farci soffrire come il nostro cuore delicato da adolescenti durante le prime cotte, con la differenza che qui si parla di fastidi notevoli in grado di protrarsi e cronicizzare negli anni. Dalle prime cotte ustionanti si esce più maturɜ forse, dal dolore nella zona dello sfintere anale che causano le emorroidi si esce solo doloranti e non ci si può bere su per dimenticare, anzi! L’alcool potrebbe solo peggiorare la situazione!

Partiamo col dire che il termine emorroidi viene spesso impiegato impropriamente per far riferimento alla patologica dilatazione delle vene emorroidali che causano varici, ma si tratta di un errore. Le emorroidi sono strutture vascolari sempre presenti nel canale anale. Tuttɜ noi le abbiamo e se non le avessimo sarebbero guai! La loro funzione è molto importante in quanto hanno ruolo di contenimento del materiale fecale e di scarto da parte dell’ultimo tratto intestinale. Aiutano in poche parole lo sfintere anale a rimanere ben chiuso verso il mondo esterno e lo proteggono durante il transito delle feci che ricordaimo essere ricche di batteri e materiale lievemente acido. Si gonfiano e sgonfiano molto facilmente, come se fossero dei piccoli palloncini, questo ovviamente all’occorrenza e indipendentemente dalla nostra volontà. 

A seconda della posizione, si definiscono emorroidi interne o emorroidi esterne. Le emorroidi interne sono quelle che rimangono all’interno del canale anale, risultando dunque completamente invisibili. Si definiscono esterne, quando sono posizionate in modo da fuoriuscire dall’apertura anale, e possono quindi essere viste a occhio nudo. 

Questa parte anatomica del nostro corpo gode di notevole rilevanza nella nostra psiche proprio in virtù della sua estrema delicatezza e dei fastidi che può creare, soprattutto durante il periodo natalizio e in momenti in cui la nostra alimentazione si fa meno controllata, più piccante o alcolica, ma di questo vi parlerò dopo.

Si parla di patolgia o malattia emorroidaria quando i cuscinetti di tessuto emorroidario aumentano di volume e prolassano, cioè fuoriescono dal canale anale; quando diventano sede di ematomi e cominciano a sanguinare; quando al loro interno si forma un coagulo di sangue (trombo) pruriginoso e dolente fino a farci piangere dal dolore.

Quando diventano patologiche e a seconda della gravità del prolasso si identificano quattro stadi:

  • I stadio: emorroidi interne non prolassanti
  • II stadio: emorroidi prolassanti ma spontaneamente riducibili
  • III stadio: emorroidi prolassanti che richiedono la riduzione manuale
  • IV stadio: emorroidi costantemente prolassate che richiedono un probabile intervento chirurgico.

L’origine della patologia emorroidaria è multifattoriale e può essere ricondotta principalmente a tre componenti.

Si parla di componente meccanica quando il plesso emorroidario perde il sostegno del tessuto muscolo-fibro-elastico del canale anale e la mucosa ano-rettale scivola sulle strutture sottostanti. La componente vascolare è invece causata da un’alterazione del flusso sanguigno che porta a un rigonfiamento dell’intreccio di capillari emmorroidari con conseguente fuoriuscita dei cuscinetti dal canale anale. Infine, si parla di componente infiammatoria quando ripetuti traumi a carico della mucosa rettale dovuti al passaggio di materiale fecale e microrganismi patogeni causano infiammazione e infezione con comparsa di gonfiore, prurito e secrezione.

Oltre alle caratteristiche fisiopatologiche della malattia emorroidaria si sommano delle concause: predisposizione genetica, dieta scarsa di fibre, stitichezza costante o diarrea costante, sedentarietà, tabagismo, sport come ciclismo o equitazione.

Per ridurre il rischio di sviluppare la malattia emorroidaria si consiglia tendenzialmente  di seguire alcuni accorgimenti che riguardano la dieta, lo stile di vita e la tonificazione vascolare:

  • assecondare lo stimolo a evacuare cercando di non trattenersi per non sottoporre a uno stress eccessivo la zona ano-rettale;
  • curare l’igiene della mucosa anale detergendola con delicatezza;
  • introdurre nell’organismo almeno 1,5/2 litri di liquidi analcolici al giorno;
  • seguire una dieta ricca di acqua e fibre;
  • fare attenzione a cibi piccanti ricchi di peperoncino, pepe e spezie perchè potrebbero portare alla dilatazione dei vasi a livello emorroidale e scatenarne l’irritazione. Lo stesso vale per l’alcol. Vasodilatazione equivale ad aumento del volume, gonfiore e sanguinamento, ricordiamocelo;
  • fare attività fisica regolare per favorire il transito delle feci a livello intestinale.

Parlando invece di sesso ed emorroidi è oppurtuno fare alcune considerazioni: il sesso anale non comporta l’insorgenza di patologia emorroidaria. Ci sono sono tuttavia degli accorgimenti di cui è bene tener conto anche nelle notti più passionali.

Se si è infastiditɜ dalla sintomatologia dolorosa, è meglio sospendere le pratiche anali fino a che risulterà minimizzato o risolto il problema. Un’intensa e reiterata sollecitazione della mucosa ano-rettale potrebbe indebolire i vasi emorroidari, aggravandone l’infiammazione e peggiorandone l’integrità strutturale, con un rischio più elevato di rottura e sanguinamento, di scambio ematico e di contrazione di IST. 

Se si desidera infine ricominciare con le pratiche anali dopo aver curato le emorroidi sintomatiche è opportuno cercare di prevenire la ricomparsa facendo uso di preservativi e lubrificanti a base acquosa in grande quantità, per non danneggiare il lattice del condom e ridurre l’attrito durante la penetrazione.

Va ricordato che sia in caso di emorroidi sintomatiche che asintomatiche un’igiene intima corretta è fondamentale per prevenire infezioni batteriche. La pulizia della zona anale deve essere effettuata almeno una volta al giorno. È bene utilizzare un detergente intimo delicato ed emolliente privo di colorazioni o profumazioni e acqua tiepida. In alternativa è indicato un sapone leggermente acido.

Va ricordato che queste indicazioni non sostituiscono il parere di unə proctologə o di unə professionistə, ogni caso è personale e intimo e andrebbe valutato assieme a una figura qualificata. Tuttavia è importante ricordare che parlare di dolore emorroidario non dovrebbe essere un tabù e fare luce su un argomento spesso relegato, per vergogna e per pudore, nell’ombra delle nostre mutande è fondamentale. 

Usciamo allo scoperto, solo così sarà possibile chiedere aiuto alle figure professionali più adatte e sentirsi meno solɜ. Perché ogni dolore fisico, indipendentemente dalla sua intensità, può trasformarsi in qualcosa di ingestibile e profondo se vissuto in totale solitudine.