L’Italia non è in classifica per l’ACA e pace per le persone con disabilità
Ce l’ha spiegato benissimo Calvino nelle sue Città invisibili: «L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è qualcosa che è già qui», e alcune metropoli poco a misura di disabile possono tranquillamente assomigliare a veri e propri gironi danteschi. Come sprone a emergere dalle Malebolge, una giuria di espert* valuta le candidate – per il 2022 erano quaranta – e ogni anno stila per l’Europa una classifica delle città più impegnate a rendere accessibili edifici, strutture e spazi pubblici, trasporti e infrastrutture, informazione e comunicazioni. Helena Dalli, Commissaria Europea per l’uguaglianza, ha dichiarato: «L’accessibilità fa davvero la differenza nella vita quotidiana. Si tratta di autonomia e uguaglianza. Ecco perché premiamo gli sforzi delle nostre città».
L’Access City Award è il premio in denaro che, dal 2010, la UE elargisce alle città che maggiormente s’impegnano a costruire un’Europa più accessibile attraverso la Strategia per i Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030, strumento di attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (UNCRPD). Obiettivi dell’ACA sono garantire parità di accesso ai diritti fondamentali, aumentare la consapevolezza, dar voce alle problematiche, promuovere l’accessibilità e consentire alle autorità locali di condividere le loro migliori proposte; le città premiate dovrebbero servire da esempio per le altre, perché possano trarre ispirazione e lavorare insieme, condividendo le buone pratiche in loco.
Da una valutazione della Commissione Europea, sono circa 87 milioni le persone con disabilità che vivono nel territorio dell’Unione, ma è anche evidente che la popolazione della UE – rispetto ad altri Paesi del mondo – invecchia in modo più marcato: gli accorgimenti utili alla viabilità accessibile e sostenibile sono preziosi anche per quest* cittadin*. Inoltre, le città medio-grandi che partecipano all’ACA – le candidate devono avere una popolazione di almeno 50mila abitanti – sanno quanto preziosa e spendibile sia questa moneta anche sul mercato del turismo. A Lussemburgo l’hanno capito perfettamente e infatti i parametri d’uguaglianza, inclusività e autonomia sono tutti rispettati. Medaglia d’oro del 2022, ha fatto dell’accessibilità una priorità: rende accessibili per chiunque finanche le informazioni sulle decisioni politiche, le principali riunioni del Consiglio sono disponibili nella lingua dei segni e in trascrizione braille.
E se con il secondo posto assegnato a Helsinki rimaniamo nel nord Europa, con il terzo posto ci spostiamo invece a sud, a Barcellona. Della città catalana si premiano la quasi totalità delle stazioni (92%) accessibili a vari tipi di disabilità, i mezzi pubblici dotati di rampe e targhe tattili in braille e le piattaforme di soccorso utilizzabili anche da persone con disabilità. Tra le altre città, Leuven (Belgio) riceve una menzione speciale per l’accessibilità digitale, Palma di Maiorca (Spagna) per la sua determinata spinta in direzione ecologica e il profondo ripensamento degli accessi a luoghi come parchi e spiagge in funzione delle persone con disabilità. Chiude la lista, Porto (Portogallo) con le sue stazioni ferroviarie e metropolitane dotate di marciapiedi tattili per non vedenti, sufficientemente ampi da permettere il passaggio di carrozzine e affini e di rampe e ascensori con avvisi luminosi e sonori per le fermate.
Nel 2021 Bologna ci ha provato nel 2021, ma non è riuscita a piazzarsi in classifica e anche la scorsa edizione era priva di finaliste italiane. Malgrado si sia parlato di realtà non troppo distanti dalla nostra, né nell’immaginario collettivo né nel concreto del quotidiano, vien da chiedersi perché il nostro Paese non riesca a cogliere l’importanza, e l’opportunità, d’incamminarsi su una strada che ci renderebbe tutti un po’ più uguali e indipendenti.
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