Il poster nel didietro di questo primo numero in edizione digitale ci è stato regalato da James Belvedere.
Venticinque anni, un’esperienza di studio in Inghilterra alle spalle e davanti a sé l’obiettivo di entrare all’Accademia di Belle Arti di Bologna; James non ha paura di nulla e ama le sfide, come questa che gli ha lanciato La Falla.
James, il tuo poster per il nostro numero estivo ritrae una giocosa spiaggia nudista. Ti sei ispirato a un vissuto personale?
A dire la verità no, per niente. Non sono esattamente il tipico frequentatore di spiagge nudiste. Non per presa di posizione, ma non è mai capitato. Però credo ci sia un bisogno vitale di luoghi come questo, dove ci si senta liberi/e di esporre il proprio corpo senza paura di essere giudicati/e.
Quindi è stata una sfida?
Sì, ma una sfida divertente più che difficile. Forse è stato più complesso, per me, il lato tecnico della realizzazione: non sono abituato a lavorare con un colore solo e di solito ne impiego una buona varietà nei miei disegni, perciò ho dovuto fare un po’ di ricerca e sperimentare la resa del singolo pantone sul mio stile di disegno a mano.
L’anno scorso hai vinto il contest per realizzare il poster del Bologna Pride, quest’anno hai partecipato invece alla call for artist Reclaim your future di Cheap. Ci racconti di queste esperienze?
Il poster per il Pride l’ho fatto insieme a mio fratello Thomas. La realizzazione grafica è stata mia, ma abbiamo ragionato insieme sul concetto. Volevamo dare un significato visivo alla rivolta di Stonewall, di cui ricorreva il cinquantesimo anniversario. Per me è stata una bellissima esperienza, anche perché, facendo ricerche per trovare elementi figurativi da inserire, ho scoperto molte cose che non conoscevo di quel periodo.
Per la call-for-artist di Cheap, invece, ho realizzato tre immagini con uno stile completamente diverso, molto più minimal, che si prestano a essere esposte negli spazi pubblici della città. Hanno partecipato circa 600 persone e io sono stato scelto insieme ad altri/e 200: può sembrare un risultato irrisorio, ma è una grande soddisfazione perché stimo molto il lavoro di Cheap e, per me, ogni esperienza è un’opportunità per il futuro.
Cosa vedi nel tuo futuro?
Per il momento solamente l’Accademia di Belle Arti. Dopo tre anni di studio in Inghilterra, tra cui un anno di università, mi sono trasferito a Bologna con questo obbiettivo. Sto costruendo il mio portfolio per provare a entrare nel corso di Fumetto e illustrazione oppure di Design grafico.
È stata la Brexit a rispedirti a casa?
Al contrario, sono scappato (ride). Essendo per metà inglese, dopo tre anni di residenza avevo ottenuto la cittadinanza (ho anche votato contro la Brexit!), ma non mi piaceva il sistema universitario inglese. Mi sono trovato molto bene a Brighton, dove ho avuto i primi contatti con la comunità LGBT+, ma poi ho conosciuto Bologna venendo a trovare mio fratello, e me ne sono innamorato.
Cosa ti ricorderai di questo poster per La Falla?
Che mi hanno chiesto di mettere tanti piselli perché era da un po’ di tempo che mancavano.
Pubblicato sul numero 57 della Falla, luglio/agosto/settembre 2020
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