«Una risata vi seppellirà». Dai moti del ‘77 a Scary Movie, il celebre aforisma attribuito a Bakunin è più volte riemerso nel corso dell’ultimo secolo e mezzo, a vario titolo e con molteplici scopi. Ed è forse la sintesi perfetta della strategia comunicativa messa in campo dall’agenzia funebre Taffo Funeral Service, da anni ormai sulla bocca di tutte le persone che frequentano i social per le campagne dissacranti che non risparmiano nessun*. Nessun* è perfetto, però, come dimostra l’ultima uscita in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Esempio da manuale di colpevolizzazione della vittima, l’immagine dichiara che «Ci sono due tipi di donne», quelle che finiscono in una bara e «quelle che denunciano», addossando tutta la responsabilità di un fenomeno sistemico e pervasivo – quello della violenza di genere – sui bersagli e non su chi lo agisce, quasi sempre uomini cisgender eterosessuali legittimati dalla matrice eteropatriarcale che struttura la nostra società. Perché, denunciare non è semplice, se ancora oggi più di un terzo della popolazione italiana pensa che una donna, se non è consenziente, possa sottrarsi a un rapporto sessuale.
Alla fine è sempre una questione di potere e di dinamiche che lo governano, e le donne a quel potere non hanno ancora accesso e, purtroppo, non lo hanno ancora sovvertito, come ci hanno ricordato le migliaia di compagne che, con tutte le possibili forme di creatività, hanno sfilato a Roma. Perché, come recita la prima parte sempre dimenticata dell’adagio di Bakunin, «la fantasia distruggerà il potere».
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