«Hai un rituale?» chiede l’intervistatrice. «Sì, ho un rituale con solo una donna: mi masturbo» risponde Sookee, femminista queer tedesca e famosa cantante hip-hop. In un’altra divertente sequenza la sentiamo dire «Ho i pantaloni, metto quasi sempre la gonna, mi prenderanno per butch…» . Il corto si sussegue in varie scene sociali che mostrano concerti, interviste alle fan, un dialogo problematico con la madre e la sorella in cui viene ricordata anche la cantante pop Helene Fisher. Sookee parla della sua sindrome bipolare e di omosessualità, anche della propria, e soprattutto performa le sue canzoni femministe, antiomofobiche, gender fluid dai testi molto efficaci e pervasivi.
Sookee, oltre a un ritratto della cantante, è un percorso guidato e intelligente in una Germania underground e non asservita al barbarico culto della lesbica nazi-essenzialista Alice Weidel, con annessa celebrazione di matrimonio lesbico. Fuck Afd, fuck Alice Weidel.
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