Gli ultimi due anni sono stati ostici e hanno messo alla prova tuttɜ noi. Le nostre certezze si sono sgretolate tra prime, seconde e terze ondate, cambiando il nostro modo di agire e concepire il concetto stesso di salute e di stare bene. Penso che la pandemia di Covid-19 equivalga un po’ a uno spavento, a una grande caduta collettiva a terra, una di quelle dopo cui ci si guarda attorno con gli occhi sbarrati per chiedere a chi ci sta vicino «Stai bene?».

Questa domanda la pongo spesso a chi amo, la pongo come persona e come soggettività che fa parte della comunità LGBTQ+. La stessa domanda se la pone e la pone anche il gruppo di cui faccio parte: Cassero Salute. La risposta non è mai una e non si può riassumere in un sì o in un no. La si può trovare guardandosi attorno e osservando non solo i dati epidemiologici riguardo l’andamento dei contagi per HIV e infezioni sessualmente trasmissibili, ma osservando un virus che fino a poco tempo fa era per noi sconosciuto: il Covid-19. Sappiamo quanto sommerso esista e quanto le soggettività con fattori di vulnerabilità abbiano subìto maggiormente le conseguenze delle politiche adottate durante l’emergenza e quanto le subiranno anche ora durante la campagna di vaccinazione. 

Le fasce di popolazione in condizione di esclusione sociale vengono spesso genericamente definite hard to reach, ossia difficili da raggiungere, e per cui ora non è possibile garantire l’effettivo accesso alla vaccinazione e all’ottenimento del green pass, né tantomeno l’effettiva tutela sanitaria di base che la legge prevederebbe. Stiamo parlando di persone migranti. 

L’apertura che Cassero Salute ha scelto di mettere in campo dopo la prima fase di emergenza pandemica ci ha portato a conoscere Intersos, un’organizzazione umanitaria in prima linea nelle gravi emergenze che porta assistenza e aiuto immediato alle vittime di guerre, violenze, disastri naturali ed esclusione estrema, con particolare attenzione alla protezione delle persone più vulnerabili. Grazie a Intersos nasce quindi il progetto Covid-19: accompagniamoci al vaccino.

In Emilia-Romagna una persona ogni undici è straniera, a Bologna lɜ residenti stranierɜ sono 60.698. La Regione Emilia-Romagna fornisce informazioni utili, reperibili anche online, per tutto ciò che riguarda la profilassi da adottare per evitare il contagio da Covid-19 e i materiali sono tradotti in molte lingue. Tuttavia le informazioni più difficilmente reperibili online sono quelle relative alla vaccinazione per persone straniere non residenti e che non detengono un codice fiscale valido. L’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) specifica che per effettuare la vaccinazione alle persone, italiane e straniere, in condizioni di fragilità sociale può essere accettato un qualsiasi documento – non necessariamente in corso di validità – come «il codice STP (Straniero temporaneamente presente) o il codice ENI (Europeo non iscritto)». Questi codici spesso vengono respinti dalle piattaforme di prenotazione regionale perché non li riconoscono, anche se in Emilia-Romagna sembrano funzionare. 

Per quanto riguarda le persone in mancanza di documenti, solitamente vengono registrati i dati anagrafici e l’indicazione di un eventuale ente/struttura/associazione di riferimento. Non si trovano online le modalità di vaccinazione per persone non regolari e resta inoltre complesso per le persone residenti o in accoglienza senza una buona padronanza dell’italiano accedere ai servizi sanitari.

Per questo Cassero Salute ha portato avanti un’attività di ricerca e sensibilizzazione sul tema della vaccinazione contro il virus Covid-19 per persone migranti e persone migranti LGBTQ+. L’obiettivo è quello di sistematizzare informazioni esistenti e renderle fruibili per persone migranti per aumentare l’accessibilità del sistema sanitario.

Per perseguire questo obiettivo sono state svolte delle attività fondamentali, alcune ancora in corso e che proseguiranno fino alla fine di dicembre 2021. 

La parte iniziale del progetto ha visto una fase di mappatura dei servizi già presenti sul territorio per l’accesso alla vaccinazione per persone migranti, a prescindere dal loro stato legale. Per questo si è rivelato fondamentale il confronto con le realtà già attive sul territorio come il CSI (Centro Studi e Ricerche in Salute Internazionale e Interculturale), il Laboratorio di Salute Popolare, il Centro Interculturale Zonarelli, il Servizio Protezione Internazionale dell’Asp di Bologna e l’AUSL.

Il gruppo Cassero Salute sta procedendo alla creazione di materiale informativo tradotto in quattro lingue e alla creazione di piccoli video che vedrete presto sui nostri canali social e sulla pagina Fb Intersos con te che vi consigliamo di seguire.

Inoltre esiste da poco la possibilità di rivolgersi al nostro numero di telefono (353 435 2209) attraverso il quale sarà possibile richiedere informazioni e a cui risponderemo noi volontariɜ. A breve partirà l’allestimento di punti informativi e l’attività di accompagnamento alla prenotazione del vaccino presso sportelli per persone migranti. È prevista inoltre la diffusione dei materiali informativi presso strutture di accoglienza per persone migranti e persone migranti LGBTQ+.

Le nostre priorità sono: promuovere l’aumento della tutela della salute delle soggettività in condizioni di marginalità; aumentare la fruibilità e l’accessibilità dei servizi socio-sanitari attraverso la costruzione di percorsi inclusivi con le istituzioni locali e regionali; ridurre le fragilità e lo stress da minoranza che le persone migranti e le persone migranti LGBTQ provano ogni giorno.

Per un pieno accesso alla vaccinazione, e più in generale al Sistema Sanitario, è necessario rimuovere gli ostacoli informativi, logistici, linguistico-culturali, amministrativi, e noi siamo qua anche per questo. Intraprendendo questa nuova avventura abbiamo rifatto nostro uno degli obiettivi primari del gruppo Cassero Salute, ossia quello di lottare contro le disuguaglianze. Per questo riteniamo fondamentale aprirci il più possibile e difendere il diritto alla salute e il libero accesso alle cure.Nonostante lo smarrimento e lo spavento portati dalla pandemia sappiamo e ricordiamo che il sommerso ci riguarda e per questo continueremo a esserci e a chiedervi «Come state?».

Immagine 2 da Intersos

Immagine 4 da Cassero Salute