In collaborazione con Lesbiche Bologna
A quattro anni dall’avvio della Linea Lesbica Antiviolenza le operatrici hanno desiderato aprire la Cerchia Lesbica Antiviolenza, uno spazio di elaborazione politica per affrontare in maniera orizzontale e collettiva i temi della violenza all’interno delle relazioni lesbiche e della lesbofobia.
Lo spazio è stato attraversato da lesbiche, donne bisessuali, trans e queer e si è articolato in un percorso di 6 incontri laboratoriali online facilitati da due operatrici della Linea, in cui ogni partecipante ha condiviso vissuti personali e politici. La prima edizione di gennaio ha raccolto da subito così tante adesioni da spingerci ad attivare anche una seconda e terza cerchia nei mesi di marzo e aprile.
Abbiamo nominato e riconosciuto le diverse forme di violenza (psicologica, economica, verbale, fisica) che noi lesbiche subiamo negli spazi pubblici, dalle famiglie d’origine, all’interno delle relazioni di intimità. È emerso che le matrici di queste violenze sono sistemiche e strutturali, risiedono nella cultura patriarcale, nella violenza di genere, nella lesbofobia e si possono intrecciare ad altre oppressioni.
Essere lesbiche, donne bisessuali, trans, queer e femministe non ci rende automaticamente esenti da riprodurre a nostra volta i modelli oppressivi e tossici di cui noi stesse subiamo la socializzazione. Sappiamo bene che anche le soggettività LBTQ possono agire violenza all’interno delle relazioni di intimità, così come sappiamo quanto sia difficile riuscire a riconoscere e nominare tali violenze. Farlo è un atto politico imprescindibile per intraprendere percorsi di fuoriuscita ed elaborare strategie condivise all’interno delle comunità lesbiche.
Il passo successivo è stato la riscrittura creativa delle storie di cui ognuna di noi ha potuto cambiare il finale a proprio piacimento. Il meccanismo della riscrittura, che un po’ ricorda la metodologia del Teatro dell’oppressa, ci ha aiutate a operare il passaggio con cui possiamo uscire dalla condizione di violenza subita e/o agita e posizionarci come soggette attive per cambiare il corso della storia. La nostra e quella delle altre.
Abbiamo fatto la scelta politica di chiamarla Cerchia per evocare il cerchio wittighiano delle Guerrigliere. Simonetta Spinelli (Novembre, 2010) scrive a proposito delle Guerrigliere: «Sono tante le Guerrigliere e ognuna di loro è una singolarità che sceglie di farsi con le altre corpo sociale. L’espediente letterario della circolarità temporale segna il divenire della collettività. […]. Le Guerrigliere si riappropriano dello spazio, ricostruiscono tempi a dimensione dei loro corpi, costruiscono rapporti, riti. È l’epopea della libertà e del ritrovamento: ritrovamento di sé, del senso della collettività orgogliosa. Le donne vincitrici riscoprono saperi antichi, inventano storie nuove e reinterpretano storie passate, si prendono cura di sé e delle altre.»
Quando noi lesbiche ci prendiamo lo spazio e scegliamo di inventare storie nuove sprigioniamo una forza trasformativa e rivoluzionaria potentissima, il potere di cambiare le nostre vite.
Continuiamo ad abitare spazi di elaborazione collettiva come cura di noi e delle altre. Continuiamo a riunirci in cerchie. Continuiamo a costruire complicità e relazioni di sorellanza politica per non lasciare sola nessuna. Continuiamo a essere Guerrigliere!
La prossima Cerchia Lesbica Antiviolenza si attiverà dal 29 maggio al 2 giugno in presenza al 20° Campo Lesbico di Agape – Così vicine, così lontane. Corpi lesbici tra cura, consenso e desiderio.
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