Judy Garland, tra le artiste più rappresentative del ‘900, è la prima donna a cui viene conferito il Grammy per l’album dell’anno (1961). L’iconica interpretazione nel Mago di Oz, oltre a valerle l’Oscar, la sdogana come icona LGBT+: le frocie anglofone cominceranno a definirsi «amici di Dorothy» e Over the rainbow viene eletta dai discografici statunitensi la miglior canzone del ventesimo secolo. Pare che Garland, vicina ai movimenti per i diritti civili, fosse solita congedarsi dalle telefonate settimanali col presidente Kennedy canticchiandone le prime note.
Interpreta il primo remake di A star is born (1954), film grazie al quale vince il Golden Globe. Infelice, inquieta, la madre di Liza Minnelli abusa per tutta la vita di alcol, anfetamine e barbiturici; muore a soli 47 anni, il 22 giugno 1969, a Londra. Imbalsamata e portata a New York il 26 giugno, più di 20.000 persone vanno a renderle omaggio presso la camera ardente. I funerali si celebrano il 27 giugno ma, per congedarsi da lei degnamente, alcuni dei partecipanti alle esequie vanno a brindare in suo onore allo Stonewall Inn. È il 28 giugno 1969.
Pubblicato sul numero 56 della Falla, giugno 2020
Immagine realizzata da Riccardo Pittioni
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