No, non si parla di un reggimento scozzese. Succede che nel 2018 iniziano a circolare su internet alcune foto scattate da John Topham nel 1940 durante una sua visita alle difese costiere nei pressi di Gravesend, nel Kent. Le foto ritraggono una squadra della Royal Artillery britannica intenta a caricare e puntare il proprio pezzo durante le operazioni di difesa da un’improvvisa incursione aerea tedesca. Nulla di straordinario, se non fosse che l’intera squadra indossa abiti femminili poiché stava partecipando alle prove di uno spettacolo di Natale in drag, per cui le foto finirono censurate per il timore che la propaganda nazista potesse approfittarne, e di esse ci si dimenticò per circa quarant’anni.
In realtà, da questo aneddoto emerge una realtà ben più diffusa: gli spettacoli in drag per tutta la durata della Seconda Guerra Mondiale furono tutto sommato frequenti, e non furono un’esclusiva delle truppe britanniche, bensì riscossero successo anche tra quelle americane e almeno tra i reparti dell’aeronautica militare polacca esiliati in Gran Bretagna. Certo, c’erano delle linee guida da rispettare, ma questo non impedì nei più lontani Stati Uniti che si riuscisse a mettere in scena anche successi commerciali come This is the Army e Jumping with Jodie, quest’ultimo per giunta realizzato da un reparto nero, e replicati in giro per l’Europa e davanti ai pubblici più disparati, pur con tutte le limitazioni imposte dalla segregazione razziale ancora vigente in contesto militare.
Tali spettacoli sicuramente rispondevano al bisogno di svago in contesti in cui la presenza femminile (almeno fino al 1943, con l’introduzione del Women’s Army Corps) era ridotta, se non rara o totalmente assente (in marina, per esempio), ma fungevano anche da scusa per permettere a persone LGBTQIA+ di rivendicare uno spazio seppur minimo di libertà di espressione, in un contesto in cui la necessità di manodopera permetteva un certo lassismo dei costumi.Comprensibile quindi diviene il declino del fenomeno nel ventennio successivo alla guerra, in linea con un più generale irrigidimento morale, e tuttavia si può ben dire che tale fenomeno non è stato mai completamente dimenticato, se appariva saltuariamente, pur ridicolizzato e in mezzo a beceri casi di razzismo, nella serie televisiva britannica It Ain’t Half Hot Mum, andata in onda su BBC1 tra 1974 e 1981, e di sicuro non è sparito mai, e ha anzi continuato a lasciar tracce di sé e di una ben più vasta cultura sotterranea che oggi, invece, quasi risulta mainstream.
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