in collaborazione con Lesbiche Bologna
Con lesbica tardiva si intende una persona che diviene consapevole del proprio orientamento sessuale in età adulta, o che, pur essendone già consapevole, decide di esprimere questo orientamento in una fase avanzata della propria vita. Nonostante la simpatica parodia che ne fa il duo Le NoChoice nell’omonimo brano, il termine sembra assumere in sé una connotazione negativa, di qualcosa arrivato troppo tardi, fuori tempo utile. Più simpatico è il corrispettivo inglese «late-blooming lesbian», che nel verbo «blooming» (sbocciare) suggerisce una freschezza che stempera l’aggettivo «late».
In molti casi la lesbica tardiva ha alle spalle una relazione eterosessuale e a volte anche de* figl*, il che rende più complicato esprimere questa parte di sé e uscire allo scoperto. Pesa la difficoltà ad accettare che la consapevolezza, o il coraggio, siano arrivati tardi, forse troppo tardi; la complessità di adattarsi a una diversa immagine di sé, verso noi stesse e verso l* altr*, in particolare verso l* figl*; infine la difficoltà a trovare la porta di ingresso al mondo lesbico in una fase della vita che appare inadatta alle nuove scoperte. Al termine di un percorso di auto-consapevolezza lungo e faticoso, può capitare di trovarsi perse, spaesate, a pensare: e ora? Cosa me ne faccio del mio faticoso traguardo? Come costruisco la mia futura splendente vita da lesbica, magari sui cocci di quella che ho appena distrutto? E soprattutto, dove sono le lesbiche? Dove posso trovarle per confrontarmi, parlare di come mi sento, cercare sorellanza, amore e sesso lesbico?
Ho scoperto sulla mia pelle che quando sei una lesbica tardiva è facile che i primi passi, vuoi per troppa fretta, vuoi per inesperienza, possano risultare clamorosi scivoloni, dolorosi salti nel vuoto o penosi vicoli ciechi. Il mare lesbico può essere meraviglioso quando impari a nuotarci, ma può risultare spaventoso alle prime esperienze. Quella della lesbica tardiva è una condizione scomoda, talvolta stigmatizzata e guardata con sospetto anche dalle stesse lesbiche, da cui ci sente talvolta giudicate codarde, traditrici o persone dall’orientamento instabile, soggette a ricadute nell’eterosessualità. Per fortuna ci sono anche tante realtà lesbiche accoglienti e aperte a ogni soggettività, come l’associazione Lesbiche Bologna di cui faccio parte, così come singole donne che ti sostengono e ti aiutano a imboccare la strada giusta.
Perciò vorrei dire a tutte le lesbiche tardive che leggeranno questo articolo, di non avere paura, di non scappare, perché per quante strade sbagliate possiate prendere, prima o poi arriva quella giusta, dentro e fuori di voi. Vorrei dire a tutte le giovani donne e ragazze di considerare sempre l’essere lesbica come un’alternativa non solo possibile, ma anche meravigliosa; e a tutte le madri e a tutti i padri, eterosessuali e non, di presentare sempre a* loro figl* l’eventualità di essere lesbiche, gay, bisessuali, queer, come percorsi immaginabili, e di viverne l’eventuale realizzazione con orgoglio.
Se sei anche tu una lesbica tardiva e hai voglia di parlarne, scrivi a lesbichebologna@gmail.com
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