In programma sabato 27 Ottobre ore 20:00 presso il Cinema Lumière. Una pellicola che oscilla tra personale e universale sotto la patina del bianco e nero.
“La democrazia è composta da due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare per cena”, è la citazione di Benjamin Franklin che fa d’apertura al film Kill the Monsters ultimo lavoro di Ryan Lonergan in qualità di regista, attore e sceneggiatore.
La storia ruota intorno a tre uomini Patrick (Ryan Lonergan), Sutton (Patrick McKechnie) e Frankie (Jack Ball) che nella New York di oggi vivono una relazione poliamorosa. La normale routine dei personaggi viene sconvolta quando a Frankie, la giovane new entry di questa relazione, viene diagnosticato un malessere non ben identificato e i protagonisti, per cercare una cura, decidono di intraprendere un viaggio verso Ovest. Durante il viaggio la loro storia amorosa viene messa alla prova innumerevoli volte.
La divisione in capitoli del film, ognuno teso a celebrare un momento saliente della storia americana e della sua democrazia, trova una sua corrispondenza nella storia dei tre compagni: come nella scena della partita a poker tra i protagonisti e due coppie di lesbiche, tedesche e russe, con l’intento di simboleggiare la Seconda Guerra Mondiale. I luoghi e la disposizione nello spazio nella scena dei personaggi la fanno da padrone, mostrando allo spettatore i giochi di potere che costituiscono questa pellicola.
Nella sua dichiarazione da regista, Lonergan spiega che:
“L’idea di Kill The Monsters è venuta quando ho riletto Animal Farm e mi sono ispirato all’esame del comunismo di Orwell questo mi ha fatto venire voglia di esplorare l’evoluzione della democrazia negli Stati Uniti in un modo simile […] Se si guardano gli uomini in questo film e ci si chiede perché stanno insieme, bisogna anche chiedersi lo stesso per gli Stati Uniti, perché dovremmo stare insieme? Come siamo arrivati qui? Che cosa, se possibile, si può fare per migliorare la situazione?”
Una sceneggiatura cruda, che porta in scena i limiti che i diversi tipi di relazione portano con sé. Nonostante Sutton si sforzi di dimostrare a tutte le coppie che incontra quanto la presenza di un terzo sia indispensabile per far funzionare un rapporto. Un film che racconta il presente ma che tramite l’utilizzo del bianco e nero e le musiche classiche di Pier Harrison ci trasporta in una realtà fuori dal tempo rafforzando quei continui rimandi allegorici con cui Lonergan ha costruito l’intero film.
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