TERAPIA ORMONALE INSOSTITUIBILE
In una condizione d’irreperibilità tanto prolungata, non è raro, per coloro che usufruiscono di tali medicinali, rimanere scoperti con la terapia, in preda alla frustrazione e ai disagi che l’interruzione improvvisa comporta. La sospensione della somministrazione regolare del trattamento scatena cambiamenti ormonali, che si manifestano in pesanti effetti di carattere fisico oltre che psicologico. Il ritorno del ciclo mestruale e i dolori a esso legati, emicranie, squilibri e sbalzi dell’umore, sono le conseguenze insopportabili di tali cambiamenti. Inoltre, per coloro che hanno subito un’isterectomia ai fini della rettifica di sesso anagrafico e nome nei documenti – intervento di sterilizzazione obbligatorio fino alla storica sentenza della Corte Costituzionale n. 221/2015 – i farmaci a base di testosterone rappresentano a tutti gli effetti un salvavita, in quanto ormai il corpo non è più in grado di produrre ormoni sessuali. La mancata assunzione del farmaco può quindi portare a danni gravi, quali l’osteoporosi e l’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Disagi fisici che vanno ad aggiungersi e ad alimentare quelli psicologici. Per molti di coloro che hanno scelto di seguire questa terapia è l’assistere allo sgretolamento della propria identità, costruita, anche materialmente, grazie a un farmaco. Ci ritroviamo di fronte al fallimento delle nostre incarnazioni, all’impossibilità di realizzazione delle nostre autodeterminazioni materiali, corporee e tangibili, e sociali. In definitiva, l’intermittenza della realizzazione e della percezione delle nostre identità.
Pubblicato sul numero 46 della Falla, giugno 2019
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