Il Kamasutra insegna che due amanti praticano la posizione del missionario in un amplesso, quando una persona è sdraiata sotto supina e l’alta sopra, prona. Definito molto romantico, il missionario permette di baciarsi, godere delle reciproche espressioni di piacere e, considerata la sua semplicità di esecuzione, potrebbe rivelarsi una scelta appropriata per le prime volte. Non è una posizione che concede grandi guizzi creativi, ma garantisce buon controllo nella penetrazione – sia vaginale che anale – e leggenda narra favorisca il concepimento. La definizione di “posizione del missionario”, diffusa a livello mondiale negli anni ’60 del secolo scorso, deriverebbe proprio da lì: anche se non esistono prove scientifiche ad avvalorare questa tesi, in epoche passate i sacerdoti intenti a indottrinare le popolazioni indigene lontano dall’Europa suggerivano loro questa modalità di accoppiamento per accrescere l’esercito dellǝ fedeli, l’unica considerata moralmente accettabile dalla Chiesa. Altre versioni accennano a ministri meno illuminati, soliti abusare le donne delle tribù in questo modo. Nel saggio La vita sessuale dei selvaggi nella Melanesia nord-occidentale di Bronislaw Malinowski, i nativi dell’isola di Trobriand pur disapprovando il diffondersi di comportamenti opposti ai costumi locali, che definivano moda missionaria (alle coppie fidanzate era sconsigliato abbracciarsi e tenersi per mano in pubblico), attribuiscono però la posizione uomo-sopra/donna-sotto solo a commercianti, proprietari di piantagioni e ufficiali militari bianchi.

Illustrazione di Claudia Tarabella