Quando si parla di letteratura gotica la prima menzione è sempre, naturalmente, quella dello scrittore Horace Walpole, a cui si attribuisce la pubblicazione nel 1764 del primo romanzo gotico, The castle of Otranto (Il castello di Otranto, ndr). Tuttavia questo genere esplose solo nell’ultimo decennio del XVIII secolo e, in questo periodo, è innegabile il forte contributo di autrici come Clara Reeve con The old English baron (Il vecchio barone inglese, ndr), Sophia Lee, autrice di The recess; or, A tale of other times, Charlotte Smith, Emmeline: the O+orphan of the castle, e soprattutto Ann Radcliffe, autrice di grandi romanzi come The mysteries of Udolpho (I misteri di Udolpho, ndr.) e The italian (L’italiano, ndr.). 

L’epoca gotica fu un terreno molto fertile per l’emergere di queste scrittrici e, con loro, di una nuova forma di critica della struttura patriarcale all’interno della letteratura, che riverbera per tutti i decenni successivi. È sulla base di questa nuova partecipazione femminile alla letteratura che Ellen Moers ha pubblicato, nel 1976, il suo studio Literary women, in cui ha formulato il concetto di Female Gothic

Moers afferma che questo concetto «is easily defined: the work that women writers have done in the literary mode that, since the eighteenth century, we have called the Gothic» («è facilmente definibile come il lavoro che le donne scrittrici hanno svolto nella modalità letteraria che, a partire dal XVIII secolo, abbiamo chiamato “Gotico”», ndr.) Tuttavia, è necessario approfondire di più il concetto di Female Gothic per poterlo analizzare nel corso della storia letteraria.

La principale autrice riconosciuta nell’ambito della letteratura gotica femminile è Ann Radcliffe e nei suoi testi ci troviamo di fronte a una protagonista che è allo stesso tempo vittima perseguitata ed eroina coraggiosa. Nelle sue narrazioni si riproduce la struttura patriarcale ma, a differenza di molti testi dove le donne sono accettate nel loro ruolo passivo e domestico, lei ne fa una critica diretta: il personaggio femminile può essere curioso ed esplorare al di là di ciò che solitamente le è concesso.

Grazie a questo modello narrativo, Radcliffe divenne un punto di riferimento per la scuola gotica e un successo di vendite straordinario per l’epoca. Gli editori le offrirono un contratto di 500 sterline per il suo romanzo Udolpho, mentre all’epoca la Minerva Press pagava in media tra le 10 e le 20 sterline per un romanzo gotico. La sua fama ispirò anche diverse donne dell’epoca, che iniziarono a inondare gli editori con i loro manoscritti, di solito basati sulla struttura narrativa creata da Ann Radcliffe. La critica dell’epoca elogiò il suo lavoro e, più di un secolo dopo, la seconda ondata femminista difese il suo lavoro come un principio da cui le scrittrici dovevano essere prese sul serio e studiate più da vicino.

Considerando questi fatti, il Female Gothic sembra essere stato un movimento sorprendente e rivoluzionario. Allo stesso tempo, tutti questi punti positivi possono essere guardati da un’altra angolazione, che rivela alcuni problemi con la lettura idealizzata di questo movimento. Quando ad Ann Radcliffe venne offerto un contratto di 500 sterline, per le logiche dell’epoca, sarebbe dovuta essere riconosciuta come la capofamiglia del suo nucleo familiare, poiché il marito aveva un contratto di 274 sterline, quasi la metà di quanto guadagnava lei. Tuttavia, le leggi dell’epoca non consentivano la contrattazione diretta con una donna, quindi era il marito a firmare il contratto e a ricevere ufficialmente le 500 sterline (anche se non risulta che il marito la sfruttasse in questo senso). Tutta questa ispirazione suscitata nelle donne che producevano manoscritti letterari fece sì che il genere venisse svalutato e che il loro lavoro non fosse realmente apprezzato dalla critica, poiché veniva immediatamente giudicato come una copia dell’opera di Radcliffe. Anche la critica positiva dell’autrice all’epoca generò un problema di cancellazione di altre scrittrici. Tutte le autrici citate all’inizio di questo articolo precedono Radcliffe e sono state addirittura fonte di ispirazione per le sue narrazioni, eppure i critici le dimenticano nei loro testi, o dichiarano che avrebbero trovato la loro vera voce gotica una volta avuto accesso al testo di Radcliffe. Le narrazioni dell’autrice inglese non rappresentavano quelle di tutte le scrittrici (Reeve e Smith presentavano problemi legati alla sfera pubblica e i loro protagonisti erano uomini, ad esempio) e i suoi personaggi, pur rappresentando un’evoluzione femminile, sono molto sentimentali e legati a un’attenzione servile alla proprietà – «her sensibility and her decorum never falter» («la sua emotività e il suo decoro non vacillano mai», ndr).

È quindi necessario riflettere sulla classificazione del gotico femminile nei termini dei periodi che ha attraversato. Lo spazio lavorativo e sociale delle donne è tutt’ora una lotta continua, ma è proprio alla fine del XVIII secolo che assistiamo ai primi scenari embrionali di conquista dei propri spazi da parte delle donne. Tutte queste scrittrici del primo periodo gotico aprirono lo spazio a Mary Shelley, Jane Austen, le sorelle Brontë e altre scrittrici, consentendo loro di continuare a pubblicare le loro opere nello stesso secolo e radicare la presenza delle donne nella letteratura. Il problema più grande iniziò a emergere quando la struttura patriarcale imperante forzò le scrittrici a usare Ann Radcliffe come modello, poiché risultava più facile assumere come simbolo di riferimento un’autrice già socialmente riconosciuta dalla società intellettuale dell’epoca, prevalentemente maschile. Ma nella società odierna, questa concezione sembra avere ancora meno senso, dal momento che il concetto stesso di femminilità non corrisponde più alle indicazioni che la classificazione degli anni Settanta cerca di affrontare.

Per questa ragione, con la transizione del ruolo sociale delle donne e la lotta per i loro diritti, questa classificazione sta perdendo sempre più significato, tanto che oggi sembra rappresentare più una categoria limitante che un simbolo di apertura per la lotta sociale femminista. Tuttavia, è innegabile il valore che il gotico femminile ha avuto nel suo tempo e come sia stato oggetto di ispirazione e forza nel mondo letterario fino all’inizio del XX secolo, tanto da poter essere etichettato come un precursore della ricerca femminista di inserimento nel mercato.