di Gaeta Jones e Linda Green

Ciao so’ Pina e so’ de Vallecorsa (FR). Sto scompesata perché ‘a ragazza mia gl’atro giorno m’ha petito de comprà ‘no strappon. Ie ce so detto de no perché de ‘ssa roba non me fido e allora semo litigato. Mo me porta collera. Però volaria petì consiglio ala redazione: è sicuro ficcà co’ glie strappòn? Non è che una se fa male? Ajutateme perché chella ancora sta ‘ncazzata

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Innanzitutto non so in che lingua scrivi io sacc sul ò napulitan verac. Però mi fa piacere che la nostra rubrica sia arrivata nella tua terra perché me fai sentì la Sophia Loren prima delle sedute di filler. Non aggia capit manc che sesso sei. Sì omm o femmena? Se sei una donna so’ contenta, così sfatiamo il mito delle lesbiche tutte incazzate e altamente acculturate cà puzza sott o nas che appen sbagli nu congiuntivo te guardano schifat ra cap o per. Io nun sacc che rè stu strappòn, ma sicuramente sono sempre aperta a nuove esperienze, anche dolorose. Nella mia lunga carriera da marciappiede ne ho viste e ne ho fatte di cotte e di crude! Provaci non è detto che alla fin fine t’avessa piacè più a te che a ess stu strappòn sia annanz che aret…

Gaeta Jones

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Mia dolce stella, comprendo l’obnubilante timore della reificazione sessuale ma ti invito ad acquietare ogni angoscia e ad abbandonare queste pudiche ritrosie. Spezza le catene causali del noto, assumi in te stessa l’aut aut kierkegaardiano e salta nell’abisso dei piaceri: l’evenire della curiosità solleticherà nuovi pruriti, indulgi in essi e fa della ragazza che ti sta accanto il tuo Virgilio per questi orizzonti inesplorati. Ti consiglio, per cominciare, di dare un nome al vostro strap-on e di parlargli in un dialogo franco e schietto. Ti confiderò un piccolo aneddoto, mia dolce Pina: proprio il mese scorso mi aggiravo curiosa tra le bancarelle di Portobello Road in cerca di deliziosi cadeaux sessuali per un’amica e, come sovente accade, sono tornata a casa con un piccolo dildo per me. Il mio dolce dono quasi scompariva al confronto con i suoi simili esposti, con quel loro maestoso svettare, in quell’autoporsi virile e machista. Il mio dildo impauriva al confronto, questo sì, ma si ergeva in una dignità sublime. L’ho comprato e subito battezzato “Eloisa”: tutti citano Giulietta o Isotta, ma è Eloisa, nel suo tragico e ardente amore con Abelardo, l’unica vera eroina contemporanea.

Accogli il dono di Priapo, dunque, senza incatenarlo a ciechi apriorismi, misuralo nell’empiria dell’atto e decidi per te stessa se e quale ruolo debba giocare nel tuo piacere.

Eternamente tua, Linda Green.

pubblicato sul numero 13 della Falla – marzo 2016

immagine realizzata da Thomas Belvedere