Lo sportello di aiuto psicologico del Cassero LGBTI+ Center ricopre un ruolo fondamentale all’interno della struttura complessa e multidisciplinare di Spazio Cassero, uno dei centri contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere finanziati dall’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).
Nasce primariamente come risposta ad un bisogno raccolto all’interno della comunità LGBTI+, ovvero quello di potersi rivolgere in maniera sicura a psicologhe e psicologi in grado di comprendere le problematiche specifiche di questa fetta di popolazione, senza incappare accidentalmente in pregiudizi inconsapevoli delle stesse professioniste.
Per questo motivo lo sportello si avvale di una solida rete di professioniste della salute mentale, specificamente formate sulle tematiche LGBTI+.
Facendo affidamento a questa risorsa preziosa, quando una persona accolta in Spazio Cassero esprime il bisogno di un percorso di consulenza psicologica oppure quando l’assistente sociale che funge da segretariato sociale individua nella sua domanda un bisogno implicito di questo tipo, le viene offerto un percorso di alcune sedute gratuite con una psicologa per essere supportata durante un momento di crisi.
Le problematiche con le quali le persone giungono allo sportello psicologico sono di vario genere, ma alla base hanno tutte un’esigenza comune: elaborare un vissuto negativo di discriminazione subita riguardo il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere.
A volte si tratta di gestire le conseguenze di esperienze vissute in prima persona, quali violenze fisiche e/o psicologiche, che possono avvenire nell’ambito lavorativo, negli spazi pubblici, ma anche all’interno della famiglia d’origine: abbiamo infatti accolto anche persone che ci hanno raccontato storie dure di violenza, esclusione e allontanamento da parte di genitori o di fratelli e sorelle dopo aver fatto coming out come persona LGBTI+.
Nei casi di violenza subita la psicologa accompagna la persona in un pieno riconoscimento del trauma, dando legittimità al suo vissuto e offrendo sostegno emotivo e comprensione, affinché possa riuscire nel tempo ad elaborare ciò che le è accaduto e a superarlo. In questi casi, spesso si lavora in sinergia con lo sportello Giuridico del Cassero, altro tassello fondamentale del progetto, per individuare se oltre al supporto psicologico si possono attivare azioni legali di qualche tipo contro chi ha agito la discriminazione.
Non di rado però le persone che arrivano allo sportello psicologico non hanno esperito episodi oggettivi di violenza, ma si trovano ad affrontare l’effetto non meno grave di una discriminazione percepita attraverso i continui e pervasivi segnali negativi che arrivano dall’esterno, anche se non esplicitamente diretti verso di loro: discorsi sentiti in autobus, messaggi che arrivano dai media o dalla politica, scambi di opinioni avuti con persone care o conoscenti, ecc…
Queste esperienze negative reiterate nel tempo portano la persona a vergognarsi e a negarsi parte della propria identità e del proprio mondo emotivo.
Secondo questo punto di vista anche un graduale accompagnamento verso l’esperienza del coming out della persona, che può finalmente esperire se stessa nella sua totalità, viene considerato un percorso di supporto psicologico che lo sportello del Cassero offre come azione riparatrice rispetto ad una discriminazione subita da un sistema intrisicamente omobilesbotransafobico.
Abbiamo ad esempio accolto persone che anche in età molto avanzata hanno finalmente trovato il coraggio di rivolgersi ad un servizio come quello che offre lo sportello di aiuto psicologico del Cassero, per poter superare le barriere mentali e il grosso scoglio dell’omobilesbotransafobia interiorizzata e poter esplorare più a fondo la propria identità sessuale.
Le richieste che arrivano allo sportello psicologico sono sempre più numerose, indice che il servizio risponde ad un bisogno concreto della comunità. Per questo motivo lo sportello psicologico, sempre all’interno di Spazio Cassero, si sta muovendo in collaborazione con il settore Scuola e Formazione, anch’esso parte del progetto, per fornire una serie di formazioni rivolte alle professioniste della salute mentale del territorio, in modo da allargare la possibilità di sentirsi accolte alle persone LGBTI+ in difficoltà che si rivolgono ai servizi pubblici e al professionale privato.La prospettiva con cui lo sportello psicologico si muove è quello di creare spazi sempre più inclusivi nel mondo della salute mentale, che purtroppo ancora oggi risente di teorie vecchie e ormai superate.
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