È il 2020 e il cammino di NutrInform Battery o «logo nutrizionale facoltativo» è appena cominciato. I Ministeri dello Sviluppo Economico, della Salute e delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali approvano un nuovo indicatore nazionale per il conteggio calorico degli alimenti confezionati, alternativo al cosiddetto Nutri-Score o «etichettatura a semaforo». Quest’ultimo sistema ideato in Francia presto potrebbe essere presente su tutto il cibo e tutte le bevande in commercio e ci guiderà nella selezione dei prodotti, da quelli più dannosi per la nostra salute (rossi) a quelli più salutari (verdi). Lo scopo è rendere più facilmente leggibili da parte dellə consumatorə le informazioni nutrizionali obbligatorie a livello europeo. Il logo indica il contenuto di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale presente in una singola porzione di alimento con relativa percentuale di assunzione giornaliera media raccomandata.
La task force interministeriale, approvando il progetto NutrInform Battery decide di realizzarne una app apposita per smartphone: una volta installata, basterà aprirla e inquadrare il codice a barre presente sul prodotto, finendo per ottenere nient’altro che la ripetizione dei valori presenti nella normale etichetta front-of-pack. Completamente superflua, la subdola retorica del progetto NutrInform e della relativa app sta nella grafica: la rappresentazione contro-deduttiva della batteria da riempire – che, in una società votata alla prestazione, è foriera di un concetto positivo – qui viene associata a cibi da tenere sotto controllo: più piene sono le batterie e peggiore è la qualità nutrizionale dell’alimento in questione. Si tratta, a ben vedere, di un sistema che confonde l’utente, sopraffattə da una serie di numeri difficili di gestire. Inoltre, abbiamo sottoposto NutrInform Battery a una prova e il risultato è stato deludente: dei molti prodotti scansionati sono stati riconosciuti solo quelli delle marche prestigiose, mentre la merce dei vari discount non è stata rilevata. La app ci informa che il suo database è in continuo aggiornamento, ma non tiene conto delle tante famiglie e persone che non possono permettersi acquisti nelle catene più care della grande distribuzione.
Sul sito dell’odierno Dicastero delle Imprese e del Made in Italy, nella pagina dedicata al decreto ufficiale, si legge: «Informazioni chiare, semplici ma allo stesso tempo complete, che consentono al consumatore di fare scelte pienamente consapevoli per la propria alimentazione». I ministri, nuovi paladini del patrimonio unico della dieta mediterranea, si dichiarano soddisfatti del lavoro fatto insieme alla filiera agroalimentare e certi dell’utilità di questo sistema – certi dell’utilità di questo sistema che, stando alle loro opinioni, non metterebbe al centro il mercato globale ma lǝ consumatorǝ, valorizzandone la capacità critica senza fuorviarlǝ con colori o immagini che nulla hanno di scientifico. La stoccata al modello francese Nutri-Score è palese: secondo i suoi detrattori, non informa ma giudica e anche Teresa Bellanova – ex reggente delle Politiche Agricole – sempre in occasione dell’approvazione, si augura che il logo nazionale venga «opportunamente valutato dall’Europa dal punto di vista scientifico». Il Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea però ha già bocciato il sistema italiano in attesa di una decisione comunitaria che dovrebbe presto, giudicandolo troppo complesso per l’utenza, non rispondendo ai requisiti minimi di semplicità. Inoltre, i pochissimi report a favore di NutrInform Battery sono criticati per le sovvenzioni economiche ricevute da Federalimentare, dando a intendere un possibile conflitto d’interessi.
Nonostante questo, l’imprenditoria alimentare italiana resta ostile al modello Nutri-Score – che non bada al Made in Italy, ma tutela la salute dellə cittadinə – perché molte eccellenze nostrane con il sistema francese sono valutate tra l’arancione e il rosso.
Sempre Bellanova sostiene che «la dieta e il benessere alimentare sono concetti molto più complessi di un algoritmo», ma in Italia lo Stato è assente e l’educazione nutrizionale è gestita dalla pubblicità esplicita dei grandi marchi e implicita di articoli o interviste a esperti che, attraverso TV e internet, raggiungono milioni di persone sostenendo tesi lontanissime dalle linee guida OMS, ma vicinissime agli interessi delle aziende. Abbiamo bisogno di un sistema informativo efficace, adottato a livello europeo, attraverso cui tutta l’utenza possa accedere senza difficoltà ai dati nutrizionali dei prodotti che consuma, senza sentirsi giudicata per il suo stile di vita e le sue abitudini alimentari. In conclusione, la priorità dev’essere l’accesso facilitato e immediato ai valori nutrizionali per tuttə, senza rimandi più o meno velati a un ideale di alimentazione ipocalorica costruita su algoritmi per natura inefficaci.
Per approfondire:
ilfattoalimentare.it : NutriScore vs. NutrInform Battery
ilfattoalimentare.it : NutrInform Battery
ilfattoalimentare.it : Nutriscore
nutrinformbattery.it
wcrf.org (in inglese)
youtube.com
Immagine in evidenza: wcrf.org
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