La rivendicazione di una componente identitaria

Si stima che il 2% della popolazione mondiale sia asessuale, percentuale difficilmente trascurabile eppure da sempre esiste un forte stigma sociale in termini di visibilità e riconoscimento.

Per fare maggiore chiarezza su cosa possa significare essere asessuali oggi, e soprattutto cosa possa voler dire essere degli attivisti asessuali nella comunità LGBT+ italiana, abbiamo intervistato Alice del gruppo Asessualità di Milano, primo e unico gruppo dedicato alla realtà asessuale in Arcigay.

“Avevo scritto al comitato del Milano Pride per candidarmi come fotografa e in poco tempo mi sono ritrovata a fare la volontaria nel gruppo Scuola e nel gruppo Asessualità. Sono arrivata in un momento storico per l’associazione: il fatto che ci fossero attivisti che già avevano un minimo di basi non solo sul tema “asessualità”, ma anche per quanto riguardasse bisessualità, queer o intersessualità, mi ha aiutato non poco e mi ha permesso di approcciarmi più facilmente.”

E infatti sempre a Milano è nato il primo gruppo Intersessuale di Arcigay, che è sicuramente un forte sintomo di un attenzione maggiore anche a livello nazionale.

Certamente. Per quanto riguarda il nostro gruppo, per esempio, c’è tanta gente che non è né di Milano né della Lombardia e che viene qua apposta. Se alla prima riunione eravamo in 3 e gli altri due erano miei amici, in tre anni siamo diventati quasi siamo 40, metà friendly e metà asessuali. L’interesse quindi c’è, ma bisogna fare informazione sia all’esterno sia all’interno della comunità.

Le informazioni all’interno dell’associazione stessa in effetti non sono del tutto complete e omogenee. Innanzitutto, l’asessualità può essere definita un orientamento sessuale?

Dunque, a livello scientifico sì, è definita orientamento sessuale, ignorando però l’inevitabile problema linguistico relativo alla parola “sessuale”, che rimanda a un immaginario diverso rispetto ad “asessuale”. L’orientamento è la direzione verso cui provi un’attrazione sessuale: l’asessualità è l’assenza.
Per semplificare e portare il tema nelle scuole o comunque al di fuori della comunità LGBT+ potrebbe essere utile chiamare quella componente dell’identità “orientamento sessuale e/o romantico”, consapevoli però di avere tra le mani una semplificazione di qualcosa di molto più complesso, relativa sia a come si è sviluppato il nostro linguaggio nella sfera sessuale sia a come in generale abbiamo interiorizzato la sessualità all’interno della comunità.

Ci sono attivisti vecchio stampo che potrebbero definire l’asessualità il peggior nemico della tanto agognata “libertà sessuale”! Come vive un attivista asessuale il rapporto con l’ormai quasi inconsapevole modalità di rivendicazione politica fondata su ripetuti riferimenti alla sessualità?

A mio parere si fa confusione sul significato della parola libertà,
che per il movimento asessuale è centrale nonché la chiave di tutto: proprio perché una persona omosessuale non doveva sottostare ai principi eteronormativi, allo stesso modo una persona asessuale non deve per forza seguire quelli che vedono una sessualità attiva come il principio cardine della propria identità. Non confondiamo la libertà sessuale con l’obbligo.

Per quanto riguarda la società più eteronormata, invece, che vive il paradosso tra l’ipersessualizzazione dei mass media e la cultura di base fortememente sessuofoba, come avviene affrontato il tema dell’asessualità?

A livello di accoglienza è molto difficile, il tema della sessualità è vissuto come qualcosa di cui parlare e non parlare, che si fa ma con vergogna e se si affronta lo si fa in maniera quasi morbosa. Per quanto riguarda l’asessualità, di conseguenza, si fa ancor più fatica a fare breccia. Le testate che si occupano di questi temi per un pubblico più allargato spesso hanno informazioni parziali o comunque affrontano l’argomento in maniera superficiale. Alcune collaborazioni importanti ci sono state (per esempio il documentario Asex – Liberi di non farlo per il canale Cielo), ma c’è sicuramente ancora molto su cui lavorare.

Un altro argomento tanto ignorato in generale, quanto elemento di numerose domande rivolte alle persone asessuali è proprio il tema della masturbazione.

Sì, è una domanda di rito ormai, ci si dimentica che il desiderio di masturbarsi dipende dalla libido, diversa quindi dall’attrazione sessuale: è una spinta biologica che ti porta a voler provare piacere stimolando determinate zone del proprio corpo.
Dobbiamo imparare a separare ciò che ci eccita a livello fisiologico, da ciò che desideriamo e dal quale siamo attratti. Anche nell’ambito relazionale si tende a dare per scontato che l’atto sessuale sia totalmente rifiutato dalle persone asessuali. Invece le casistiche sono diverse: esistono coppie in cui il partner sessuale rinuncia al sesso, come coppie in cui il partner asessuale la trova comunque un’attività piacevole; ci sono coppie aperte o relazioni poliamorose. Una coppia si basa su un progetto e quale sia questo progetto può essere rivisto nel tempo; se cambia qualcosa ci si siede a tavolino e si ridiscute.

Per concludere, un termine per le persone non asessuali?

Allosessuali in sessuologia, che include per l’appunto tutti quegli orientamenti sessuali che hanno una direzione.

pubblicato sul numero 33 della Falla – marzo 2018