INTERVISTA A MC NILL

La musica può essere una passione travolgente e appassionante come una storia d’amore, e lo sanno bene tutte le persone che in essa ripongono le proprie energie, le proprie speranze, i propri sogni, la propria creatività. Mc Nill (a.k.a. la Nillola) ha da poco dato alla luce il suo primo album, dal titolo geniale Femminill, in cui i beat sincopati dell’hip hop si sposano con liriche schiette e taglienti che riflettono la vita, i pensieri e le emozioni di una ragazza che ama le donne. Ma Mc Nill è anche una delle menti dell’evento mensile Pussy Galore, nonché di quello psicodramma collettivo che passa sotto il nome di Chi Dice Lesbica Dice Dramma, e, per finire, apprezzata dj resident di Ghetto Fab. Insomma, come direbbe lei, “tanta rrrobba, raga!”.

Ciao Giulia, facciamo questo gioco: quanto sono frutto di uno stereotipo e quanto sono vere le seguenti affermazioni?

1) Il rap è una cosa da maschi.

Questa è un’affermazione che sento spesso ed è frutto di uno stereotipo. Uno stereotipo che in parte viene alimentato ancora adesso, anche se le donne nel “rap game” sono sempre di più.

2) L’hip hop è un genere omofobo.

C’è molto machismo e molti uomini che tendono a fare riferimenti alla sessualità, soprattutto quando si vuole “svalutare” qualcuno, come anche purtroppo nella vita di tutti i giorni. Il rap prende da questa e finisce quindi per portare con sé anche elementi negativi della società, come l’omofobia, la misoginia e altre cose di cui sinceramente, nel 2016, potremmo fare a meno. Come nella vita però c’è anche chi porta rispetto alla comunità LGBT, negli ultimi anni tanti rapper si sono esposti sia con le rime che con dichiarazioni: si può fare di meglio ma bene. 

3) Tira di più un pelo di figa che un carro di buoi.

Tira più un pelo di figa quando quel pelo è su una figa che corrisponde allo stereotipo di figa voluto dalla società. Spesso, non sempre, ma spesso. Che fatica.

pubblicato sul numero 22 della Falla – febbraio 2017

foto: Mc Nill