Inizia oggi la X edizione di Some Prefer Cake – Bologna Lesbian Film Festival, che si snoderà fino a domenica, tra la consueta location del Nuovo Cinema Nosadella, Elastico fa/ART e la sala consiliare del Quartiere Porto.
Lo storico festival, ideato e diretto da Luki Massa e da Marta Bencich, dopo una pausa di alcuni anni era tornato sulla scena nel 2017, con un’edizione dedicata proprio all’attivista, scomparsa nel 2016. A raccoglierne l’importante eredità, quest’anno, sono state due realtà: l’associazione Luki Massa e il collettivo femminista Comunicattive. “Grazie a una campagna di crowdfunding che ha dato frutti insperati”, spiega Lucia Jorini, “l’evento è totalmente autoprodotto, il che rende il festival indipendente, con un programma scelto in modo collettivo dalle realtà partecipanti”. “L’importanza di questa realtà”, racconta Elisa Coco, una delle organizzatrici, è trasversale alla comunità LGBT+ “ma in particolare alle donne, alle lesbiche, alle femministe e infine è importante per la città stessa di Bologna”, che si fa incubatrice dell’importanza sociale di un evento come questo.
Il programma è fitto e particolarmente variegato sul piano dell’offerta, come illustra Samantha Cavicchi delle Comunicattive: “10 film, 11 corti, 1 pranzo a colori, 1 conferenza, 2 presentazioni di libri, 3 dj set e un party conclusivo”.
Tra le proiezioni occorre evidenziare due anteprime: una europea, quella di Nothing to Lose,che pone al centro della pellicola una performance di corpi grassi, rivendicando la decostruzione della conformità; la seconda è invece italiana con il documentario Water Makes us Wet – An Ecosexual Adventure in cui l’attivista e performer Annie Sprinkle volge lo sguardo all’ecoattivismo. Da non perdere anche i corti a colazione (con tanto di buffet), tra cui segnaliamo il divertente Grace & Betty, proiettato alla fine della conferenza stampa, che gioca con gli equivoci del coming out.
Interessanti i momenti d’incontro e confronto creativo, con particolare accento su Quality, gender, sex, tv, l’incontro organizzato da Eugenia Fattori con lo scopo di fare il punto sulla rappresentazione della sessualità e dell’esperienza femminile nelle serie tv (interviene anche la nostra redattrice Elisa Manici). Fattori sottolinea: “La quasi totalità della critica accademica è appannaggio di maschi bianchi cis eterosessuali, è importante in un momento storico come il nostro che si crei spazio perché siano anche le donne a fare critica”, da qui il desiderio di creare un panel tutto al femminile.
Da non perdere il Pranzo a colori, a cura della libreria Tuba di Roma, con le fumettiste Frad e Julie Maroh, come pure le due presentazioni di libri: La crociata «anti-gender», di Sara Garbagnoli e Massimo Prearo, e l’anteprima di L’emersione imprevista. Storia del movimento delle lesbiche di Elena Biagini, in uscita a novembre, dedicato alla storia del lesbismo politico italiano.
Un programma ricco ed estremamente variegato che si chiuderà, dopo la proclamazione del film vincitore, con la visione del cult Go fish, del 1994. Una scelta, questa, particolarmente significativa, come chiarisce Lucia Jorini: “il richiamo agli anni ‘90 è emerso quasi in automatico. La campagna visual del festival si basa su scatti di donne all’Europride del ‘94 e molti dei film proposti quest’anno hanno a che vedere con quel periodo. Molte giovani attiviste si stanno avvicinando da poco al festival e alla storia del movimento, per questo ci è sembrato utile riproporre proprio quel Go fish che va a costruire un fil rouge”.
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