«Vedrai, un giorno arriverà l’Armonia»: lo prevedeva Mario Mieli, intervistato da Gianpaolo Silvestri nel marzo del 1983, pochi giorni prima del suicidio.
La citazione è tratta da un capitolo di Il verde e il rosa, curato da Silvestri nel 1988, quinto numero dei Quaderni di critica omosessuale, collana dalla vita troppo breve edita dal Cassero e diretta da Stefano Casi. La realtà è di segno opposto: il pianeta va in malora più rapidamente (dalle 500 alle 1.000 volte) di quanto non accadrebbe senza attività umane: ciò che maturerebbe lungo migliaia di anni, accade nel volgere di pochi decenni.
La questione ecologica ne porta con sé altre. In una situazione di penuria di risorse dovuta all’intreccio tra l’esplosione demografica (nel 2050 sarete 10 mld di umani) e i mutamenti climatici, con forti movimenti migratori per fuggire dalla desertificazione, i conflitti tra stati e all’interno degli stati per accaparrarsi beni essenziali si moltiplicheranno. Che accadrà a quel punto? Non so prevederlo, ma sembra probabile che chi detiene il privilegio di sopravvivere farà di tutto per mantenerlo e la crisi ecologica diventerà crisi della democrazia e delle libertà collettive e individuali. In fondo, l’odio e il terrore verso i migranti poveri nascono dal timore di dovere dividere ricchezze che sono in costante diminuzione. Timore che puntella le democrazie illiberali dell’Est Europa, e anima le politiche sovraniste e neo autoritarie. La questione ecologica è questione di libertà, anche sessuale, affettiva, delle identità. Ci riguarda.
Pubblicato sul numero 49 della Falla, novembre 2019
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