Un pettoralozzo in bianco e nero. Chudai. 

Due persone che scopano senza troppi fronzoli. Chudai. Chudai… Ma che vuol dire? Chiunque navighi nelle frange osé di X (al secolo Twitter) o in qualunque sito pornografico si sarà imbattutə in questa parola sotto contenuti più o meno espliciti. Si tratta di un termine informale in hindustani che nelle prime attestazioni era riferito più al lavoro sessuale, ma che oggi è usato più genericamente per parlare di sesso, frequente soprattutto nel linguaggio gergale giovanile delle aree urbane indiane. E come c’è finito sotto i post zozzi? In India, la pornografia è illegale in ogni forma (esclusi i templi di Khajuraho ovviamente!), e quindi chudai è stato usato per aggirare la censura nei motori di ricerca. Il termine è stato poi ripreso dagli attori hard gay brasiliani, in particolare per pubblicizzare i propri contenuti da piattaforme come OnlyFans, che sarebbero stati penalizzati nei tentativi di monetizzazione. Questo ha consegnato il termine al gay Twitter, che ha completato la parabola di una parola che ha attraversato continenti per finire su meme no sense parodici di chi, col bigolo in mano, se la crede troppo.

Illustrazioni di Claudia Tarabella