Dopo un mese di votazioni che hanno visto coinvolte più di trentamila persone, da fine novembre 2022 la comunità poliamorosa ha una nuova bandiera. 

Negli ultimi decenni, a più riprese, varie persone della comunità poli hanno provato ad avanzare proposte per cambiare la bandiera ufficiale che, di fatto, non ha mai suscitato entusiasmo nella comunità che avrebbe dovuto rappresentare. Tuttavia nessuna è mai davvero riuscita a prendere piede. 

Simboli della comunità poliamorosa nel tempo

Questa volta però, a fare la differenza è stata l’organizzazione di Polyamproud, un variopinto collettivo di persone poliamorose, con competenze in design, vessillologia (studio delle bandiere), non-monogamie e, non da ultimo, attivismo queer, che con l’ambizioso intento di farsi portavoce della comunità poliamorosa (o perlomeno di quella anglofona con una connessione a internet) è nato con lo specifico obiettivo di far scegliere alla comunità stessa la sua futura nuova bandiera.

Dopo una prima fase di ricerca capillare di simboli, manifesti e bandiere del mondo poli, un team di 30 advisor estremamente poliedrico in termini di area di esperienza e competenza ha stilato un elenco di 15 papabili design. Il team di design di Polyamproud ha quindi fatto un’ultima call sulle sue piattaforme social per incoraggiare la comunità stessa a proporre ulteriori candidature inedite; forte delle quali, ha poi avuto il compito di selezionare le 10 semifinaliste da sottoporre al comitato di selezione

10 design semifinalisti

Quest’ultimo, anch’esso selezionato a partire da nomine da parte della comunità e formato con l’intenzione di garantire la più vasta rappresentanza possibile di diverse identità e vissuti, ha quindi individuato, tramite una votazione a punteggi ponderati, quattro design finalisti successivamente sottoposti prima a revisioni e modifiche e poi direttamente al voto pubblico.

3 bandiere finaliste

Le votazioni si sono tenute sul sito stesso del collettivo dal primo al 22 novembre 2022 e per farlo bastava mettere in ordine di preferenza le quattro bandiere: la heart continuum di Kristyn Ende, la tetracor di Robin Good, la wide band di Luna Masoni e la tricolor with chevron di Red Howell che, con il 29,96% di voti al primo round, 37,59% al secondo e 51,30% al terzo, è diventata così la nuova polyamory pride flag, nonché la prima bandiera votata dalla sua stessa comunità.

La classica banda triangolare simmetrica è qui decentrata, a sottolineare la rottura degli schemi della narrazione monogama. Il simbolismo cromatico riprende invece quello della bandiera precedente: il bianco indica la speranza e la possibilità, la tela su cui ognunǝ dipinge le proprie relazioni; il magenta rappresenta il desiderio, l’amore e l’attrazione al di là dei paradigmi mononormativi alloromanticosessuali; il blu è per l’onestà e l’apertura; l’oro, l’energia e la perseveranza; il viola, l’unità della comunità non-monogama che include (ed è stata preceduta da) le BIPOC (Black, Brown, Indigenous and People Of Color) le cui pratiche culturali di non-monogamia consensuale sono sempre state storicamente ignorate, soppresse, ridicolizzate o cancellate.

La bandiera vincitrice

La nuova bandiera è stata subito resa disponibile all’utilizzo e scaricabile gratuitamente dal sito e sebbene questo processo durato un anno e mezzo le abbia dato una legittimità che nessun altro design prima di questo abbia mai potuto davvero rivendicare, sono stati molti i dubbi e le critiche mosse contro questa iniziativa. Per alcunǝ era addirittura insensata vista la poliedricità della comunità stessa; altre persone sottolineavano invece come l’assenza di oppressione e avversità rendeva la scelta di universalizzare una nuova pride flag un modo forzato e ingiustificato di accostarsi ai movimenti LGBTQ+. In realtà sono sempre più frequenti le testimonianze di persone discriminate in quanto poliamorose, sia istituzionalmente – nessuna tutela per relazioni non-monogame – sia privatamente, sul posto di lavoro, in famiglia o fra amicǝ. Per cui una bandiera, e quindi un simbolo collettivo che unisce tutte quelle persone che in esso si identificano, è solo il primo passo; nella speranza che quel simbolo diventi poi un modo per dare visibilità e quindi farsi (ri)conoscere anche da chi, da quel simbolo, da quella bandiera, non si sente rappresentatǝ.

foto da polyamproud.com