Domenica 17 ottobre il Gruppo Senior – settore del Cassero che riunisce attivistə over cinquanta – si è riunito presso il centro BAM! Strategie Culturali di Bologna per partecipare a un laboratorio di auto-narrazione progettato e guidato da Antonella Viggiani, volontaria del Centro Risorse LGBTQ ed esperta di educazione non formale (Enf). Si sono aggiunte anche alcune persone della comunità che, pur non prendendo parte regolarmente alle attività del gruppo, sono state informate dall’efficace campagna sui social, attirate sia dalla novità del metodo seguito sia dal desiderio di stabilire un contatto con lə loro coetaneə. A tal proposito, ricordiamo che anche i prossimi incontri saranno indirizzati a tuttə coloro che si riconoscono in questa fascia di età.
L’incontro si è prefissato uno scopo preciso: fornire strumenti e stimoli per esprimersi, anche attraverso la comunicazione non convenzionale. Necessità e obiettivo del gruppo è quella di mantenersi vitale e attivo, organizzandosi per il sostegno vicendevole non solo di chi ne fa parte, ma di chiunque abbia bisogno. Infatti, l’idea di lavorare insieme per realizzare una vera e propria operazione di rielaborazione del proprio vissuto, troppo spesso costellato di passaggi difficili e dolorosi, conquista e stimola non solo il Gruppo Senior, ma anche le persone più giovani. Questa attività di memoria, incoraggiata e sviluppata anche con il seminario di ottobre, è il perfetto trait d’union per intrecciare le esperienze personali di ciascunə alla storia del movimento LGBTQ di Bologna, come di ogni altra città d’Italia, allargando il campo di comprensione di un periodo per certi versi molto lontano da oggi, eppure così vicino nel tempo.
Tornando al laboratorio, racconterò brevemente come si è svolto lo work-shop che si è rivelato utile non solo a cementare nuove e vecchie relazioni, ma anche a dare spazio all’espressione del proprio io e alla conoscenza reciproca.
Tra esercizi di autocoscienza e di comunicazione, la mattinata è stata caratterizzata da due momenti salienti. All’inizio è stato chiesto a ogni partecipante di mostrare un oggetto che lo rappresentasse in qualche modo. Chi osservava, invece, avrebbe dovuto trovare il collegamento tra oggetto e persona senza ricevere alcuna spiegazione. Ascoltare le varie ipotesi messe in campo è stato interessante e divertente, ma anche dichiarare incongruenze e correttezze è stato un bell’esercizio di auto-narrazione, oggetto di analisi e discussione. In seguito, si richiedeva il racconto di un momento di autenticità della propria vita; autenticità spesso messa a rischio per via del posto di ognunə nella società. Anche da questo esperimento sono scaturite diverse riflessioni sia soggettive, sia di comunità.
Dopo un break per un conviviale pranzo al Pirata, piacevole pausa di distensione da una giornata bella, ma emotivamente intensa, abbiamo approfittato della splendida giornata per spostarci all’aperto, su un bel prato accogliente, per il prosieguo del laboratorio. Divisə in due gruppi, abbiamo dovuto costruire una storia per immagini, utilizzando un mazzo di carte illustrate. Alcunə hanno ideato una storia semplice e lineare; altrə, situazioni molto problematiche e incerte, evidenziando così le divergenze delle psicologie in azione. Il confronto, anche in questo caso, è stato acceso e intelligente.
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