All’indomani della Rivoluzione francese, una delle prime femministe scrive La dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, sul modello della celebre carta costituzionale illuminista che sanciva il diritto di voto universale, ma unicamente maschile. Olympe de Gouges, all’anagrafe Marie Gouze (Mountauban, 1748 – Parigi, 1793), è convinta che il suffragio femminile sia la priorità: chi avrebbe legiferato per l’uguaglianza politica e sociale delle donne, se non loro stesse?

Già da prima di quel 1789 si batte per l’abolizione dello schiavismo e per il divorzio; è tra le prime promotrici di sistemi di welfare economico e per la maternità. Altro punto fondamentale dei suoi numerosi scritti politici, indirizzati alle più alte cariche, è la possibilità di accesso delle donne a tutte le professioni e agli incarichi pubblici. La appassiona con altrettanto ardore la drammaturgia: frequenta i salotti d’arte, scrittura, filosofia e nel corso della sua vita compone una ventina di testi teatrali in cui sensibilizza il pubblico alle sue battaglie.

Durante il Terrore, per le posizioni moderate vicine ai girondini e contrarie alla pena di morte – si schiera contro l’esecuzione di Luigi XVI – e per le sue rivendicazioni considerate divisive per la Francia unita, Robespierre la mette a tacere condannandola alla ghigliottina. È ancora aperta una petizione che chiede di trasferire le sue ceneri al Panthéon di Parigi per il merito irriconosciuto «di aver mostrato alle donne la strada per l’impegno politico in una repubblica moderna».

Illustrazione di Riccardo Pittioni