Ida Cox è stata una cantautrice che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del blues, oltre a essere una capace donna d’affari: fu l’unica donna nera dei suoi tempi ad aver fondato, posseduto e gestito la propria compagnia, la Raisin’ Cain.
Nata come Ida Prather in Georgia (USA) nel 1896 – per alcune fonti 1888 – incarnò attraverso la propria musica, le proprie lotte e la propria vita quello che oggi chiamiamo femminismo intersezionale.
Non perse occasione per narrare, con la sua musica, la propria condizione di donna nera in un contesto socio-culturale fortemente bianco e patriarcale. Le sue canzoni, connotate da un lirismo crudo e tagliente, hanno dato voce ai vissuti e alle condizioni della popolazione afroamericana che viveva nei ghetti e nelle periferie, raccontandone le lotte sociali e le rivendicazioni politiche senza mai separarle da temi come l’indipendenza delle donne e la liberazione sessuale. Il suo brano più famoso Wild Women Don’t Have the Blues è considerato uno dei primi inni femministi.
Ha spezzato catene sociali e frantumato soffitti di cristallo vivendo nel nome dell’autodeterminazione in un’epoca in cui poche donne nere potevano farlo. La sua vita fu un atto politico di resistenza e una dichiarazione di indipendenza.
Mai alla ricerca del successo fine a sé stesso e in larga parte dimenticata dalla storia, a Ida Cox è oggi riconosciuto l’appellativo di Uncrowned Queen of the blues, regina del blues senza corona.
Illustrazione di Riccardo Pittioni
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