Al di sopra delle righe e al di fuori degli schemi: così fu la vita di Frieda Belinfante.
Olandese, nata il 10 maggio del 1904, Frieda fu violoncellista nell’Amsterdam degli anni ‘20, passata alla direzione d’orchestra con immediato successo: fu la quarta conduttrice in Europa e la prima a unirvi il ruolo di direttrice artistica.
Compagna della pianista Henriёtte Bosmans, le due convissero negli anni ‘30 in una relazione aperta e alla luce del sole.
Belinfante seppe coniugare eclettismo e integrità, leadership ed empatia, distinguendosi anche nell’impegno politico: la Seconda guerra mondiale la vide figura cardine della resistenza olandese insieme a Willem Arondeus, e l’esplosione dell’anagrafe di Amsterdam, che protesse le identità di migliaia di ebrei, fu una sua idea.
Eluse la Gestapo vivendo sotto sembianze maschili, finché fu costretta a una rischiosa e rocambolesca fuga a piedi in Svizzera, che le salvò la vita.
Per ritrovare la voglia di fare musica dopo la guerra, Belinfante lasciò l’Europa per gli Stati Uniti, ma fu proprio la terra di promesse e libertà a costringerla più di ogni altra a scontrarsi col pregiudizio elitario ed etero-patriarcale. Raggiunto l’apice del successo con la filarmonica dell’Orange County, da lei fondata e che intendeva diffondere gratuitamente la cultura della musica sinfonica, improvvisamente vide i fondi per l’orchestra tagliati dall’alto, secondo lei a causa del suo orientamento sessuale e perchè il consiglio d’amministrazione avrebbe preferito un direttore uomo. L’orchestra si sciolse, ma Frieda continuò ad essere mossa come sempre da un’irriducibile passione, e continuò lo stesso a condurre e insegnare in orchestre minori fino a tarda età.
Nell’avvicinarsi alla fine della sua vita, annotò: «Non è una fine, perché tutto è appartenenza». Morì nel 1995 a Santa Fe.
Immagine in evidenza: operaballet.nl
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