Da quando mi occupo di infezioni sessualmente trasmissibili, temo moltissimo le infezioni di natura batterica. Non è stato sempre così: nella fase iniziale della mia preparazione, reputavo i virus più pericolosi, ma mi sbagliavo. I batteri non sono da meno e presentano una capacità di adattamento e sopravvivenza notevoli. 

Tra i batteri più diffusi e noti fin dall’antichità ci sono sifilide e gonorrea, i quali, negli ultimi anni, hanno registrato, anche a Bologna, un netto aumento del numero delle diagnosi.

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Partiamo dalla sifilide, infezione sessualmente trasmissibile (IST) causata dal batterio Treponema pallidum: a livello mondiale, è la terza IST di tipo batterico più diffusa dopo la clamidia e la gonorrea e si trasmette attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale vaginale, anale e orale. Sui vecchi libri di testo di biologia era considerata, volgarmente, una malattia dimenticata, superata, le cui vittime erano stati personaggi noti del mondo dell’arte, della politica, della cultura.

Sifilide

Oggi per questa infezione muoiono purtroppo soprattutto neonatə e non persone adulte, è bene avere un quadro chiaro della situazione attuale e capire come proteggersi e stare serenǝ nel contempo. L’antibiotico più efficace per curare la sifilide è ancora la penicillina, la madre di tutti gli antibiotici. Recuperarla non è semplice, non si trova in farmacia e va somministrata per via iniettiva a regime ospedaliero. Diciamo che il tutto non passa come sorseggiando un bicchiere d’acqua. A caratterizzare questa infezione sono il decorso particolare e la sintomatologia. Tra il contagio e l’insorgenza dei primi sintomi possono passare da 10 a 90 giorni (stadio primario). 

Lo stadio primario è caratterizzato dalla presenza di un’ulcera (sifiloma) che può comparire sui genitali, sull’ano, in bocca o in gola, e che si presenta come una lesione nodulare, rotondeggiante, dura al tatto, indolente, di colore rosso scuro. L’ulcera guarisce spontaneamente senza esiti nel giro di 3-6 settimane, ma l’infezione continua il suo corso in modo subdolo e silenzioso

Lo stadio secondario si manifesta dopo 2-8 settimane, con la comparsa sulla cute di macchie rosate di varia forma, chiamate “roseola sifilitica”, che interessano prima il tronco e successivamente gli arti. Tipiche sono le localizzazioni palmo-plantari. Le manifestazioni cutanee sono spesso accompagnate dall’ingrossamento dei linfonodi, al tatto mobili, duri e indolenti. I segni e i sintomi della sifilide secondaria scompaiono anche senza trattamento, ma se non trattata l’infezione progredirà verso lo stadio latente, il più subdolo, poiché può durare fino a due anni: anche se la sintomatologia è assente, l’infezione persiste. La maggior parte delle persone in questo stadio, se curate correttamente, guarisce.

Lo stadio tardivo si presenta molti anni dopo il contagio, dai dieci ai trent’anni se l’infezione non è stata individuata e curata. Può interessare qualsiasi organo e le manifestazioni più gravi, che possono causare il decesso, sono quelle a carico dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso centrale, mentre quelle più lievi interessano la cute. In questo stadio possono essere coinvolti vari organi.

Lo stadio tardivo compariva prevalentemente e soprattutto nell’era pre-penicillina, quando l’infezione non era conosciuta in tutte le sue sfaccettature e nel suo decorso, mentre ora è assai raro.

Per la diagnosi va effettuato un test che ricerchi gli anticorpi della sifilide, i quali appaiono da 3 a 6 settimane dopo l’infezione, quindi per avere un risultato attendibile si raccomanda di eseguire il test 90 giorni dopo la possibile esposizione all’infezione: farlo prima del periodo finestra o appena dopo un rapporto a rischio è del tutto inutile.

L’unica prevenzione efficace contro la sifilide è la quella primaria, che consiste prevalentemente nel fare sesso protetto con l’utilizzo di profilattici. Non esistono al momento vaccini, ma varie equipe se ne stanno occupando. Non ci rimane che aspettare.

Passiamo ora all’altra IST pericolosamente tornata in auge negli ultimi anni, la gonorrea, agente eziologico Neisseria gonorrhoeae, che, come riporta l’Istituto superiore di Sanità, è la seconda IST più diffusa al mondo dopo la clamidia.

Gonorrea

I sintomi compaiono dopo 1-7 giorni dall’infezione e la manifestazione clinica principale, che riguarda tutte le persone coinvolte, è un’uretrite con bruciori e difficoltà a urinare, secrezioni giallo-verdastre, dolore durante o dopo i rapporti sessuali e prurito.

Se trasmessa attraverso un rapporto anale, è frequentemente asintomatica; in alcuni casi si può sviluppare una proctite sintomatica, ovvero un dolore anale con secrezioni dense, purulente e con sanguinamento, prurito anale, movimenti intestinali dolorosi.

Se trasmessa attraverso un rapporto orale, può infettare la gola e provocare una faringite. Una rara complicanza è l’infezione gonococcica disseminata, caratterizzata da dolore articolare, eruzioni cutanee, dolore muscolare, infiammazione dei tendini, endocardite e meningite. Questo tuttavia avviene prevalentemente in casi di diagnosi tardiva.

The Martyrdom of Mercury (1709)

I test diagnostici possono essere eseguiti su tampone orale, anale, uretrale o vaginale, oppure su sangue o liquido sinoviale in caso di infezione disseminata. Dal 1991 al 2020, i centri clinici del Sistema di sorveglianza hanno segnalato 9440 nuovi casi di sifilide I-II, pari al 6,5% di tutte le IST segnalate. I casi di gonorrea sono invece 9.771, pari invece al 14,9% . In caso di positività al test per la gonorrea così come per la sifilide, è necessario che tutte le persone con cui si è fatto sesso vengano testate per l’infezione. In caso di positività per gonococco è raccomandato anche il test sierologico per altre IST. La terapia richiede l’uso di antibiotici specifici prescritti. 

Dopo tutte queste riflessioni è chiaro che per quanto sifilide e gonorrea siano infezioni antiche, molto conosciute e trattabili, la loro diffusione sia ancora massiccia e pericolosa. Fare safer sex è fondamentale per prevenire, ma non ci rende invincibili o immuni. Non abbassiamo mai la guardia e, soprattutto, testiamoci!

Contatti utili per effettuare i test per sifilide e gonorrea a Bologna: 

Centro MTS dell’ospedale S. Orsola di Bologna, via Massarenti al padiglione 29, piano rialzato. 
https://www.aosp.bo.it/it/content/ambulatorio-malattie-a-trasmissione-sessuale-mts

Plus BLQ checkpoint di via San Carlo, 42/C, Bologna 
Su appuntamento:
Tel. 051 4211857 – info@blqcheckpoint.it
http://www.blqcheckpoint.it/