La Poudre è un podcast francese ideato e condotto da Lauren Bastide, giornalista e attivista femminista. Dal 2016, Bastide intervista scrittrici, artiste e ricercatrici femministe e antirazziste contemporanee, di solito in tête-à-tête. Gli episodi si possono ascoltare su Spotify, hanno cadenza bisettimanale, ne trovate alcuni doppiati in inglese. Nel 2020 e nel 2021 l’editore francese Marabout ha pubblicato La Poudre in due volumi che raccolgono alcune delle interviste degli anni precedenti.

Lauren Bastide

La durata media di ogni episodio è di un’ora, ma in questo articolo si parlerà dell’episodio 100, che è un po’ speciale perché è una tavola rotonda della durata di un’ora e mezza.

Bastide dialoga con le tre studiose Manon Garcia, Sandra Laugier, ed Éléonore Lépinard e discute di numerosissime questioni: la resistenza contro il pensiero femminista; i ruoli di genere nella gestione delle faccende domestiche; la maschilità; il sesso; il consenso; l’ecofemminismo; lo stupro; l’incesto.

All’inizio, le relatrici riflettono su quali siano stati i maggiori contributi del femminismo alla filosofia, e cioè l’introduzione di nuovi argomenti finora esclusi (la cura, la famiglia, le donne) e la messa in evidenza dei bias sessisti dei filosofi di tutte le epoche. Si chiedono se riconoscere i pregiudizi sessisti di filosofi come Nietzsche, per esempio, mini la validità di tutto il loro pensiero.

Manon Garcia

Successivamente, Bastide domanda loro cosa cambierebbero nel mondo, se ne avessero la possibilità. Ecco alcune delle proposte:

  • Escludere dalla Comunità Europea le nazioni in cui l’aborto è illegale;
  • Rivalorizzare le professioni di cura socialmente e materialmente (alzando per esempio il salario medio);
  • Fare un lavoro collettivo contro violenza domestica e stupro;
  • Favorire una più equa distribuzione tra uomini e donne del lavoro domestico con campagne di sensibilizzazione mirate a coinvolgere gli uomini;
  • Dare delle regole per favorire la visibilità nei media e nella stampa da parte delle donne;
  • Usare una lingua priva di bias di genere, che non perpetui il sistema di valori patriarcale;
  • Smettere di gerarchizzare le percezioni del mondo e i saperi, e smettere di ignorare sistematicamente le visioni del mondo di donne e persone marginalizzate;
Sandra Laugier
  • Abbandonare il concetto di cancel culture e promuovere quello di “cultura della responsabilità”, giacché il privilegio passa per la deresponsabilizzazione di un gruppo di persone che può permettersi di non occuparsi di alcuni problemi.

Spiccano, nel podcast, la chiarezza espositiva di tutte e tre le relatrici e la maestria con cui Bastide modera la tavola rotonda. All’interno dell’episodio sono emerse due espressioni particolarmente stimolanti per il dibattito. 

La prima è «epistemologia dei punti di vista», metodo di conoscenza che ritiene il sapere non valido se considera un solo punto di vista. Le studiose suggeriscono che bisogna farsi carico delle differenze di esperienze che rendono diversa la percezione della realtà se si ambisce ad avvicinarsi il più possibile a una rappresentazione oggettiva della stessa. La seconda è «investimento libidinale»: attribuzione di emozioni positive a un valore morale.

Questa espressione spiega bene perché alcune campagne di sensibilizzazione – che aggiungono investimento libidinale a un fenomeno – funzionano, e altre no. Per esempio, l’uguaglianza, in quanto priva di investimento libidinale, non è un valore ricercato. 

Non passando come qualcosa di desiderabile, non coinvolge emozioni positive e quindi non innesca la motivazione. Il patriarcato struttura il potere sulla base di privilegi, quindi l’uguaglianza non è concepibile come qualcosa di vantaggioso. È il potere che vale la pena inseguire, a scapito di questo o di quel gruppo sociale.

Éléonore Lépinard

Un ultimo punto che si vuole segnalare, illustrato da Lépinard, è la concezione del femminismo come pratica di teorizzazione capace di mettere in luce concetti e realtà prima invisibilizzati dal pensiero e dal linguaggio dominante. La studiosa afferma che non si cambia sé stessə se non si cambia il mondo senza concetti per descriverlo: si pensi a tutte le parole capaci di svelare cose prima invisibili, come “mansplaining”, “entitlement”, “femminicidio”, o “seduzione” usato al posto di “molestia sessuale”.

Gli argomenti sono stati molti e tutti ben trattati, e questo riassunto certo non gli rende giustizia, ma ciò che più importa è sapere che il dibattito sul femminismo in tutte le sue sfaccettature è ben vivo, e La Poudre ne è un ottimo esempio.

Testi citati (se il titolo non è in italiano è perché non è stato ancora tradotto):

Woman and Nature: The Roaring Inside Her di Susan Griffin;

Pour l’intersectionnalité di Éléonore Lépinard e Sarah Mazouz;

Il secondo sesso di Simone de Beauvoir;

Dopo la violenza. Lo stupro e la ricostruzione del sé di Susan J. Brison;

Anthropologie de l’inceste di Dorothée Dussy,

Articolo RETHINKING STANDPOINT EPISTEMOLOGY: WHAT IS “STRONG OBJECTIVITY?” di Sandra Harding in The Centennial Review, Vol. 36, N. 3 (FALL 1992), pp. 437-470;

Joyful Militancy di Carla Bergman e Nick Montgomery.

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