Claudia Marulo – l’accento del cognome cade sulla a: Màrulo – ha studiato lettere a Napoli e ha conseguito il dottorato in Letteratura Comparata e Traduzione a Siena. Vive a Bologna, dove insegna la lingua italiana a chi non la sa e fa ciò che ama di più: disegnare e dipingere.
I suoi soggetti sono principalmente legati alla natura, con una predilezione per mostri e animali fantastici con caratteri umani.
Ha tenuto laboratori creativi e ha lavorato per diverse agenzie di comunicazione. Nel 2021 da Storie Cucite ha pubblicato il suo Bestiario di difetti, albo illustrato per l’infanzia.
L’ho incontrata in un baretto della Bolognina e le ho fatto qualche domanda.
Non hai esitato un attimo nell’accettare la nostra proposta di tradurre in una illustrazione il tema delle piazze e della repressione: perché?
Innanzitutto perché mi piace collaborare con La Falla, che difficilmente mi propone temi che non siano di mio interesse, anche se stavolta ho un po’ penato a trovare un mostro specifico della repressione: ci vuole un po’ di tempo per trovare i mostri giusti e ho dovuto fare più tentativi, perché in genere io disegno mostri buoni e gentili, e non era certo questo il caso.
Nel tuo poster c’è un mostro marino che sembra un incrocio tra un calamaro e un polpo, indossa l’elmetto antisommossa della polizia, insanguinato tra l’altro, e con i suoi tentacoli impugna manganelli e cattura piccoli polpi inermi: è un’immagine icastica e anche il monocromo, sui toni freddi dell’azzurro tipico della polizia, è molto efficace. Com’è nata l’idea?
Il colore l’ho scelto insieme a Jonathan della Falla: all’inizio avevamo puntato sul giallo e mi ero proiettata su un altro tipo di immagine, poi ho pensato a uno pseudo- polpo perché la repressione mi fa pensare a qualcosa di tentacolare, che schiaccia più persone e si insinua in vari campi, non c’è solo quella di piazza ma c’è anche la Rete, la chiusura dei luoghi d’incontro e tanti altri ambiti della società. A quel punto abbiamo virato sull’azzurro marino. E poi a me il polpo piace come animale: ha tanti sistemi nervosi, si mimetizza, è intelligente, non lo vedo come mostruoso in sé ma si presta a rappresentare la disumanità.
Guardando il tuo sito web, si capisce al volo che ti esprimi ricorrendo agli animali fantastici, tipo i Geosauri o i mostri marini del sonno. Pensi che quel mondo possa sintetizzare con più efficacia le violenze messe in atto dagli umani e stimolare una riflessione su fatti come quelli di Pisa del 23 febbraio e più in generale sulla violenza delle forze dell’ordine come cifra stilistica della destra di governo?
Allora, il mostro in generale secondo me è in grado di rappresentare un po’ tutto, il bene e il male. Il mostro del poster è ovviamente spietato, cattivo, ma c’è anche il mostro che rappresenta la diversità come valore positivo, l’umanità che si distacca dallo standard e da un concetto di perfezione che metto in discussione. Vado contro l’idea di mostro come cosa negativa, basti pensare a come spesso vengono viste le persone trans, è un’idea che va respinta. Nella mia illustrazione anche le vittime sono dei mostriciattoli, sono piccoli, carini, inermi, spaventati, poi la destra manipola l’informazione e li trasforma in mostri cattivi, li reprime, ma il vero mostro è, per l’appunto, il potere e l’idea che esista un solo sguardo sul mondo: il suo.
Ma allora il mostro cattivo è comunque troppo forte?
Ho disegnato diversi mostriciattoli perché l’unione fa la forza e insieme non si è mai totalmente indifesi, l’unione dà un potere che bisogna fare splendere, infatti i piccoli mostri sono luminosi, hanno gli occhi grandi che sanno guardare avanti e sono la speranza per il futuro, anche se e vengono repressi e pagano un prezzo alto alla fine possono sconfiggere il grande mostro cattivo.
Chiudiamo con una domanda più leggera: dietro al tuo lavoro c’è una ricerca continua e, a proposito di ricerca, tra i tuoi punti di arrivo ci piace indagare su uno che sappiamo essere particolarmente importante per te… hai finalmente trovato moglie?
Che domanda impertinente! Allora… no… o forse sì, ma non è moglie ancora, non so se è aspirante, diciamo che è una moglie potenziale.
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