di Pier Paolo Scarsella

Francesco Re Li Calzi – in arte RELICA – di origini catenesi, studia all’Accademia delle Belle Arti di Bologna. Appassionato di viaggi e arte, divide la sua vita tra reale e surreale.
Firma il poster nel didietro di questo mese, dedicato al tema della Resistenza.

Da cosa è nata l’idea per questa illustrazione?

A livello figurativo, l’idea è nata in modo molto semplice. L’obiettivo era quello di presentare un contrasto di forme, con la figura amorfa sulla sinistra che, in opposizione, affrontasse il rigido schema di scatole a griglia sulla destra. A livello concettuale mi piaceva che la figura, la quale può rappresentare ognuno di noi, raccontasse lo scontro con una società fatta di stereotipi e compartimenti stagni.

Se da un lato la figura è intenta a distruggere, dall’altro, dipingendo, riscrive gli spazi della scena. Può l’arte cambiare davvero le cose?

Certamente. Trovo che l’arte sia un’importante forma di resistenza, perché ci dà la possibilità di creare, disegnare e mostrare un’alternativa al sistema che ci circonda. In una dinamica globale, dove la distruzione e l’oppressione sono dilaganti, creare alternative può aiutare nell’opporsi a una realtà sovranista e ingabbiante.

Un omega fuoriesce dalla bocca della figura che hai reso protagonista della scena. Cosa intendi comunicare?

Mi piace lavorare con i simboli, in particolar modo quando questi si prestano a essere risignificati, o nel caso in cui siano in grado di comunicare molteplici messaggi. Ho scelto l’omega per i differenti significati che poteva veicolare. Se da un lato l’omega, quando è usato in fisica, sta a indicare l’Ohm, l’unità di misura della resistenza, dall’altro, il modo in cui si pronuncia è lo stesso della sillaba sacra che costituisce il mantra più conosciuto, il mantra Om appunto. Inoltre l’Omega, come lettera dell’alfabeto greco, è comunemente associata al concetto di fine, in questo caso, inteso come scopo, come il principio che ci guida nelle nostre azioni.
Un grido alla resistenza.

Come definiresti il tuo stile in una parola?

Amorfo.

Passerei all’ultima domanda…

Artista: «Quanto ce l’ho lungo?»

Intervistatore: «No, grazie, in realtà una redattrice della Falla sostiene che hai, invece, dei mandarini cinesi buonissimi. Sono così buoni come si afferma in giro?»

Te li faccio assaggiare quando vuoi.

pubblicato sul numero 44 della Falla, aprile 2019