L’otto luglio del 1853, il Giappone, dopo secoli di isolamento, è costretto ad aprire le frontiere sotto le pressioni delle navi nere del commodoro Perry: ha inizio l’occidentalizzazione del Paese. Tra le tante usanze occidentali importate in Giappone, una invece è stata piacevolmente adottata dallə occidentalə: il kinbaku. Il kinbaku, o shibari, è la pratica erotica alla base del rope bondage moderno. Un po’come le manette sono diventate simbolo del nostro Bdsm, lo shibari trae ispirazione per la sua estetica dall’hojōjutsu, un’arte marziale utilizzata dai samurai per legare i e le prigionierə. Gran parte dei nodi dello shibari derivano dai vari tipi di legature dell’hojōjutsu, che differivano a seconda della classe sociale delle persone imprigionate e della regione in cui erano tenute in cattività. Durante il periodo Edo (1603-1868), le legature dell’hojōjutsu cominciarono a popolare le fantasie degli e delle artistə giapponesə, tra cui il maestro dell’ukiyo-e Yoshitoshi. Con l’opera di Seiu Ito, il padre del kinbaku, questa pratica erotica ed estetica raggiunse il suo apice, influenzando artistə di tutto il mondo.

Illustrazione di Claudia Tarabella