Cala il sipario sulla kermesse canora, ma cala soprattutto sul triennio di direzione artistica e conduzione di Carlo Conti. La terza tappa di questa via crucis ne ha sicuramente incarnato l’apogeo paternalistico: esito massimo e ultimo di quella fenomenologia della mediocrità che, da Mike Bongiorno, si tramanda come un karma pesante. Gli ultimi, i giusti e gli eroi del volgo sono i protagonisti posticci d’un romanzo mal scritto, di una narrazione che cannibalizza se stessa tra i denti d’una retorica triviale. Ma Sanremo sopravvive a questo. Sanremo sopravvive a tutto. Sopravvive nei fiori, esiliati dal palco ma riemersi nei vestiti; leopardiana testimonianza di resistenza. Sopravvive in Alba Parietti e in Valeria Marini: sedute vicine come antiche baccanti, sembrano richiamare la menade mancante, Pamela Prati, per donare nuovamente corpo all’estinto spirito del Bagaglino attraverso sconosciute malìe. Sopravvive nella follia precisa di Zucchero in stato di grazia e nell’energia vulcanica di Rita Pavone, a cui è stato assegnato il Premio alla carriera.
L’autentica anima del Festivàl sopravvive, paradossalmente, in Maria De Filippi, come emblema assoluto di potere e autodeterminazione; riesce anche a ottenere un primato: è la prima conduttrice della storia di Sanremo a non scendere la ripida scalinata.
In ogni caso, il dado è tratto; ma non rinuncio alle pagelle conclusive, sarebbe un gesto sgarbato nei confronti di Luca Dondoni.
ELODIE con TUTTA COLPA MIA
Timbro interessante, discrete doti vocali, finalmente a suo agio sul palco e comoda nella canzone. Peccato per il brano debole e banale.
Voto: 6
MICHELE ZARRILLO con MANI NELLE MANI
Una buona prova complessiva per un artista decisamente sottovalutato; quest’ultima sera un po’ sottotono.
Voto: 7
SERGIO SYLVESTRE con CON TE
Talmente inaudibile da risultare quasi irritante; occorre più rispetto per la musica.
Voto: 0
FIORELLA MANNOIA con CHE SIA BENEDETTA
Nel complesso una buona kermesse per lei, anche se non è più riuscita a ricreare l’incantesimo della prima serata; peccato.
Voto: 7,5
FABRIZIO MORO con PORTAMI VIA
Amato dal festival in cui è nato ma poco misurato vocalmente ed eccesivo nell’interpretazione.
Voto: 5,5
ALESSIO BERNABEI con NEL MEZZO DI UN APPLAUSO
L’operatore che gli sbatte in faccia la telecamera durante l’esibizione è l’emblema della sua presenza al Sanremo quest’anno. Tutto sbagliato.
Voto: 2
MARCO MASINI con SPOSTATO DI UN SECONDO
Per lui un Sanremo non particolarmente brillante.
Voto: 6-
PAOLA TURCI con FATTI BELLA PER TE
Una Turci più alla portata di tutti: perde in sofisticatezza ma guadagna in immediatezza.
Voto: 8-
BIANCA ATZEI con ORA ESISTI SOLO TU
La sua voce è un compendio di cattiva tecnica vocale ma il pezzo è facile, piacione, si sentirà ovunque.
Voto: 5,5
FRANCESCO GABBANI con OCCIDENTALI’S KARMA
La migliore proposta sanremese da un po’ di anni a questa parte, sicuramente il più a fuoco quest’anno. A tutto tondo.
Voto: 10
CHIARA con NESSUN POSTO È CASA MIA
Continua a non trovare la sua strada: non è riuscita con brani più impegnati, non è riuscita con le canzonette, non poteva riuscire con questo ibrido. Né carne, né pesce.
Voto: 4
ERMAL META con VIETATO MORIRE
Continuo a pensare che sia un artista sopravvalutato ma comincio a capirlo; credo possa raffinarsi ancora molto.
Voto: 7+
LODOVICA COMELLO con IL CIELO NON MI BASTA
Credo sia completamente da destrutturare e ricostruire da zero.
Voto: 4
SAMUEL con VEDRAI
Lineare, privo di sbavature, un percorso coerente e riconoscibile.
Voto: 6,5
MICHELE BRAVI con IL DIARIO DEGLI ERRORI
Un prova più che discreta che gli è valsa un non trascurabile quarto posto; potrebbe essere la possibilità di un rilancio.
Voto: 6
Dunque, il mio compito giunge al termine. E siccome l’epoca del tun tun cha pa tu pa tum ci ha stordito il cuore, indosso il mio borsalino prediletto e raggiungo Silvia a casa di Luca: si dice che dal balcone si veda anche il mare.
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