A cura di Diego Fioranzato e Enrico Vazzana

Bentrovate amiche di Cassero Salute! Per il nostro Autunno NeuroDivertente ecco il primo di due articoli in cui parleremo di neurodivergenze. L’idea nasce dopo che come gruppo abbiamo seguito una formazione sul tema, e vogliamo aiutarvi a conoscerle meglio e capire come sono strettamente legate alla nostra coloratissima comunità. Le principali neurodivergenze di cui parleremo saranno: Autismo di livello 1 (in passato noto come S. di Asperger) e Sindrome da Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD); nonché delle loro intersezioni (AuDHD).

Per parlare di neurodivergenze risulta essenziale introdurre il concetto di spettro, che usiamo proprio perché le persone con una neurodivergenza non sono tutte uguali, possono avere necessità di adattamenti e assistenza nella propria vita quotidiana che possono variare da molto alto (tanto da richiedere assistenza continua) a molto basso, con nessuna o limitata necessità di assistenza. In più alcune persone autistiche possono anche presentare un deficit cognitivo (prima definito ritardo mentale, termine dalla connotazione fortemente stigmatizzante e abilista), molte altre invece no. Siamo tante e siamo diverse come i pesci in una barriera corallina! 

Ma cosa significa dunque neurodivergente? Un cervello neurodivergente è un cervello che funziona in maniera differente dalla maggioranza statistica della popolazione; elabora informazioni, reagisce a stimoli, li interpreta ed interagisce con il mondo esterno in modo diverso da chi è considerato neurotipico. Le risonanze magnetiche (MRI) mostrano che nello svolgere il medesimo compito le aree cerebrali attivate da chi presenta una neurodivergenza sono altre rispetto a quelle dellә neurotipichə: alcuni processi mentali pertanto risulteranno molto più facili, altri più difficili, altri ancora verranno affrontati semplicemente con un approccio diverso. Differente non significa sbagliato: nella diversità, superati i pregiudizi, si cela l’opportunità, e la storia ci insegna quanto siano preziosi gli apporti di persone neurodivergenti a pressoché qualsiasi disciplina e ambito umano. Lionel Messi, Albert Einstein, Billie Eilish, Andy Warhol, Greta Thunberg, Alessandro Borghi sono solo alcune delle persone neurodivergenti che, a vario titolo, hanno lasciato una traccia indelebile nella nostra storia.

Autismo di primo livello:

In passato chiamato Sindrome di Asperger, per molto tempo le persone definite Asperger sono state invidiate in quanto considerate intelligenti e geniali (un pregiudizio opposto a quelli maggiormente diffusi oggi sulle neurodivergenze), generalizzando e assurgendo a regola quella che in realtà è una condizione che solo occasionalmente si presenta assieme all’autismo, ovvero l’alto potenziale cognitivo. Come spiega la dott.ssa Valentina Pasin del Gruppo Empathie di Vigonza, centro all’avanguardia per lo studio della neurodivergenza in Italia, l’APC viene spesso ricondotto esclusivamente a un elevato quoziente intellettivo, tuttavia comprende capacità di visione complesse e da diverse prospettive simultaneamente, nonchè il vivere esperienze con forte intensità.

Quello di primo livello è la forma di autismo meno impattante nella vita quotidiana e meno bisognoso di assistenza, proprio per l’assenza della compromissione cognitiva. Pertanto accade spesso che passi inosservata e la diagnosi venga effettuata solo in età adulta, penalizzando così coloro che avrebbero potuto beneficiare molto prima di tale riconoscimento e ricevere il supporto adeguato e una valida chiave di lettura delle proprie difficoltà e delle proprie risorse. si può dire che le persone autistiche hanno delle caratteristiche peculiari, ma sarebbe ridurre ad uno sterile elenco la complessità e le differenze che le caratterizzano, pertanto ne citeremo solamente alcune, ricordando che tante altre funzionano in modo opposto o non presentarsi affatto. Parleremo soprattutto di caratteristiche dell’interazione sociale, ipo-ipersensorialità, stimming e del suo ruolo nel benessere psicofisico della persona autistica, e infine di interessi assorbenti.

Nel caso dell’interazione sociale spesso c’è la  preferenza per attività solitarie ed una diversa propensione per le attività interpersonali. La maggior parte delle persone autistiche è accomunata dalla difficoltà nel comprendere e seguire le norme implicite delle interazioni sociali, che appaiono loro astratte e immotivate. Una metafora che può aiutare a spiegare meglio questa situazione è quella della mancanza di un manuale di istruzioni su come interagire con altre persone, che invece tuttə lə altrə sembrano avere ed usare brillantemente in ogni contesto. Ci si trova pertanto a doverlo costruire man mano, con dispendio di grandi energie e risorse mentali. 

L’errore, soprattutto quando si è bambinə, viene additato come stranezza, pertanto le persone autistiche spesso sperimentano alti livelli di bullismo durante le scuole. Ovviamente questo “manuale” è essenziale per poter interagire in una società concepita per persone neurotipiche e proprio per questo ci può essere la tendenza all’ isolamento sociale o a ritrovarsi in gruppi con altre persone neurodivergenti. Bisogna anche considerare che alcune persone autistiche hanno una scarsa capacità di interpretare gli stati d’animo dell’altro e a comportarsi di conseguenza, pertanto spesso possono essere giudicate strane e fredde. Ad incentivare questo stereotipo c’è anche il fatto che molte non mantengono un contatto visivo con l’interlocutore o non riescono a modulare le espressioni facciali in base a ciò che dicono o sentono, risultando, ad occhi neurotipici, come distratte e disinteressate. olte persone autistiche amano invece stare in compagnia di tante persone, trovandosi a proprio agio in contesti sociali come gli spazi di aggregazione ed attivismo, non hanno nessuna difficoltà nel contatto visivo e sono anche particolarmente empatiche riuscendo a stringere legami molto forti con chi le circonda.

Spesso le persone autistiche hanno un modo di vivere il proprio corpo e i propri sensi molto diverso dalle persone neurotipiche: ad esempio possono sentirsi disturbate dai rumori della digestione o non sopportare la texture di alcuni tessuti, possono avere difficoltà a provare sensazione di fame/sete (o di qualsiasi altro bisogno fisiologico) o non riuscire a stare in ambienti molto rumorosi. Questi stimoli sono la norma in un mondo concepito da neurotipici, pertanto possono causare forte stress (che chiameremo sovraccarico sensoriale) che può portare a due grandi reazioni, ovvero i melt-down e gli shut-down. Nel primo caso in risposta ad un sovraccarico avremo manifestazioni come pianto, comportamenti di aggressività auto/eterodiretta, forte agitazione motoria e difficoltà di comunicazione.Bloccare un melt-down è controproducente, dato che è un modo per scaricare la forte tensione interna accumulata. Nello shut-down invece la persona autistica prova come una sorta di spegnimento interno, necessita di ritiro sociale, ha difficoltà nel pensiero sperimentando una sorta di nebbia mentale. 

Per far fronte al sovraccarico derivante da un mondo concepito da e per neurotipici, molte persone autistiche ricorrono allo stimming. Quest’ultimo consiste in gesti, ripetizioni di parole/suoni , posture (ad esempio il dondolamento) o compiti mentali (come il contare, ripetere uno spot televisivo, o cantare la strofa di una canzone) che permettono di abbassare la tensione interna e di favorire la concentrazione verso una task specifica che potrebbe essere pure il  semplice ascolto dell’altro. Una volta lo stimming non era conosciuto e veniva pertanto corretto; oggi  invece dovrebbe essere incoraggiato e sarebbe utile iniziare un percorso con  psicoterapeuti adeguatamente formati per praticarlo in modo più controllato, soprattutto quando prevede gesti autolesivi, o praticarlo tramite oggetti come gli stimming toys.

Un’altra caratteristica distintiva delle persone neurodivergenti è costituita dagli interessi assorbenti. Sono ambiti o attività predilette in cui si  può diventare particolarmente abili e che catturano fortemente l’attenzione: possono essere le più disparate, artistiche, logico-matematiche, sportive, sociali, ma anche interessi per oggetti specifici, per le date, per animali; possono cambiare o rimanere costanti per tutta la vita.

Sembra dunque semplice capire quante sfide quotidiane le persone neurodivergenti si trovino a dover affrontare. Stimming, interessi assorbenti non convenzionali, possibili difficoltà relazionali sono stigmatizzati dalla nostra società e si può venire etichettati come stranə e pertanto socialmente isolatə. Per tali motivi, non è raro che le persone neurodivergenti sviluppino  delle capacità di masking, ovvero delle abilità che permettono di passare per persone neurotipiche. Imparano a contenere lo stimming, a porre domande di circostanza durante un’interazione sociale, a guardare negli occhi l’interlocutore, a ridere a quella che hanno imparato nel tempo possa essere una battuta umoristica, e così via. Insomma, non avendo il manuale di istruzioni che ogni neurotipico ha dalla nascita, devono crearsene uno loro con osservazione dell’altro e tanta fatica.

è importante notare il forte legame tra Neurodivergenze e comunità LGBTQIA+. E’ ormai noto, soprattutto online, che molte persone neurodivergentifanno parte della nostra comunità; non è ancora chiaro il perchè ma sicuramente il “ragionare al di là dagli schemi sociali”, imposti secondo una logica neurotipica binaria ed etoerocisnormata può essere uno dei tanti fattori che contribuiscono a un’alleanza tra le due comunità.

Se pensi di essere anche tu una persona neurodivergente prova a contattare unə professionista espertə in materia. Imparare a capire il proprio funzionamento può aiutare a godere di una migliore salute mentale riconoscendo gli elementi che portano al sovraccarico ed evitando situazioni di forte stress, migliorando quindi la salute mentale.

Se pensi di essere una persona neurotipica non stigmatizzare, bullizzare e isolare lə tua amichə neurodivergenti ed educa a riconoscere, validare e rispettare l’altrə nella sua complessità: è segno di cura, e la cura è la più potente delle rivoluzioni.

Fonti:
Formazione tenuta in data 15 Aprile presso Cassero LGBTQIA+ dalla dott.ssa Marina Sgariboldi e a cura di Spazio Cassero
Manuale MSD

Immagine in evidenza: unsplash.com