
La moda maschile è una moda del cazzo. O almeno, lo è stata tra la fine del XV secolo e la seconda metà del XVI, quando in tutta Europa, senza distinzione di censo o di ceto, divenne comune l’utilizzo di un conchiglione (o brachetta) in tessuto a coprire la zona genitale, rimasta scoperta dall’abbandono delle tuniche in favore di più corti farsetti e calze attillate legate alle mutande o alla camicia (tra l’altro mettendo così in risalto le chiappe). Il triangolo di stoffa con cui congiungere le calze al farsetto divenne, nel corso di circa mezzo secolo, un elemento sempre più voluminoso e appariscente, imbottito e ricamato, simbolo di maschia virilità, forza guerriera e forse anche di sfarzosa opulenza, tipico dei ritratti cinquecenteschi e dei costumi lanzichenecchi. Tanto era importante difendere e mettere in risalto i propri genitali, che la brachetta divenne per breve periodo anche parte integrante dell’armatura, e alcuni esempi sono conservati ancor oggi in musei e armerie.
Di sicuro non doveva rendere facile il movimento, tant’è che già al principio del XVII secolo era un elemento ormai in disuso, rimpiazzato dalle nuove forme ampie e morbide della moda francese, piene di farsetti di cuoio, lunghe falde, stivali, tacchi e pizzi. Sia chiaro, sempre di moda maschile si parla, ma questa è un’altra storia.
Illustrazioni di Claudia Tarabella
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