«Siamo in giro da migliaia di anni. Quando hai delle parole nella tua lingua che ci includono, questo dovrebbe bastarti per capire che non siamo comparsi l’altroieri». Georgina Beyer, nata a Wellington in Nuova Zelanda, è stata la prima persona trans a venire eletta in un parlamento nazionale nel 1999. Nata nel novembre 1957 in una famiglia europeo-maori – la data precisa non è certa, ma quella più probabile è il 17 novembre – dopo un’infanzia difficile, cresciuta in parte dalla madre di origini maori e in parte dai nonni materni che ne ostacolarono la precoce tendenza al femminile, scoprì nella recitazione durante gli anni dell’adolescenza in collegio una strada per esprimersi e uscire dal senso di abbandono che l’aveva anche spinta a tentare il suicidio due volte. Per seguire il sogno di fare teatro e cinema lasciò la scuola e la Nuova Zelanda, ancora minorenne, e si trasferì in Australia. 

Qui subì nel 1979 uno stupro di gruppo, esperienza che le «accese un fuoco nella pancia», spingendola a intraprendere un percorso di riassegnazione chirurgica di genere e a iniziare una carriera politica perchè «questo non avrebbe dovuto succedermi. Non dovrebbe succedere a nessuna». Faticando a trovare un lavoro in quanto persona trans, iniziò a fare sex-work in Australia, per poi tornare in Nuova Zelanda nel 1987, dove anche la sua carriera nella recitazione e nel mondo drag di Wellington decollò. Per realizzare l’intenzione di cambiare la società, nel 1990 scese in politica fino a diventare nel 1995 la prima sindaca apertamente trans del mondo, e la prima sindaca donna e maori della regione di Wairarapa. Tre anni dopo venne rieletta con il 98% di preferenze, e nel 1999 approdò nel parlamento nazionale, dove fino al 2005 lavorò per migliorare i diritti di sex-worker, maori e della comunità LGBTQ+. Lasciata la politica per tensioni con il proprio comitato elettorale si trovò nuovamente in una situazione economicamente difficile, ma rimase sempre attiva nelle lotte del paese, fino alla partecipazione nel 2021 ai lavori sulla legge che vietò le terapie di conversione in Nuova Zelanda. Malata da anni ai reni, è mancata nel marzo 2023.