Pseudonimo volutamente minuscolo di Gloria Jean Watkins (1952–2021), è stata una scrittrice e attivista femminista statunitense. Nata in una famiglia della classe operaia afroamericana, esordisce a 24 anni con Ain’t I a Woman? Black Women and Feminism (1981), saggio che ha influenzato profondamente il dibattito sul femminismo nero, mettendo in luce come razzismo e sessismo si intreccino nelle esperienze delle donne nere e gettando così le basi per quella che oggi definiamo intersezionalità. Nonostante il percorso accademico e gli oltre 30 libri e altrettanti articoli pubblicati, uno dei suoi grandi lasciti è il monito a non vedere la cultura alta e quella bassa come opposte tra loro, bensì di considerarle entrambe fondamentali, superando la separazione tra centro e margine.
In 40 anni di attivismo ha declinato nei temi del femminismo nero l’istruzione, i rapporti familiari, le relazioni amorose, la politica, la lotta di classe, la mascolinità tossica e la cultura pop. Con una mente sempre vivida e una scrittura accessibile è stata un faro anticonformista su tanti temi di attualità, sempre in lotta contro il dilagarsi di un femminismo escludente e senza temere di appellare l’icona Beyoncé come «anti-femminista, aggressiva e terrorista».
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