di Valentina Pinza
Marta Baroni, illustratrice e autrice di fumetti romana, classe ’89, vive a Bologna ed è artista residente presso Elastico. Ha lavorato per Mondadori, Giunti e con BAO Publishing ha realizzato i graphic novel Al sole come i gatti (2015) e Uma del Mondo di Sotto (2018).
Con la sua etichetta Tentacoli porta avanti dal 2011 progetti di autoproduzione e artigianato. Il suo universo è pieno di adolescenti ribelli, avventure, creature magiche e musica punk.
Come hai affrontato il tema che ti abbiamo proposto, le mestruazioni? Era la prima volta?
Ho cercato di ribaltare lo stigma, proponendole in una maniera felice – e sì, è stata la prima volta che ho disegnato le mestruazioni! – perché hanno ancora una forte valenza negativa, mentre dobbiamo normalizzarle, sia per chi le ha sia per chi le vede. Lo smile è un auspicio perché lo status quo cambi, rappresenta una ribellione, un nuovo modo di vederle, perché non sono un problema: non c’è nulla da nascondere, appunto. Potevo raccontarle in molti modi, parlare di quello che proviamo durante il ciclo, ad esempio, ma ho deciso di rivolgere un messaggio chiaro verso chi guarda, e magari giudica: la società, gli uomini.
Lavori soprattutto con l’illustrazione e il fumetto per ragazzi, come si trattano argomenti considerati per adulti quando ci si rivolge a loro?
Non mi dedico in modo esclusivo all’illustrazione per ragazzi e in questo caso ho lavorato pensando a un target più adulto, ma credo che se una ragazzina dovesse vedere il mio poster, il messaggio le arriverebbe forte e chiaro.
C’è una forte censura nei prodotti editoriali per fasce di età giovani. Ad alcuni temi, penso alle questioni di genere, li si fa arrivare il più tardi possibile, mentre per me è non solo normale, ma importante e doveroso parlarne. Noi autrici abbiamo una responsabilità, là dove manca un’educazione sessuale, sentimentale o alle differenze. Ci troviamo di fronte a ragazzine spaventate, perciò creo figure femminili che diano un esempio, una consapevolezza di ciò che accade nel nostro corpo a quell’età. La stessa cosa riguarda anche i ragazzi, nessun* è preparato. A scuola lavorano spesso su ruoli stereotipati, rigidi. Ho tenuto vari laboratori: in uno di questi, una ragazzina mi ha chiesto perché la protagonista del mio ultimo libro fosse una femmina.
Non è la prima volta che presti la tua professionalità a collettivi politici e per i diritti delle persone LGBT+, Nudm, etc. Quanto è importante, nel tuo lavoro, l’attivismo?
Totalizzante. Io continuerò a prestare il mio lavoro per ciò in cui credo. La militanza è in ogni mia produzione, innanzitutto nell’essere autrice di libri per ragazzi. In ogni storia c’è un sottotesto di impegno politico e sociale, non potrei fare altrimenti. Noi autrici e autori, anche quelli più preparati, siamo i primi ad avere pregiudizi o mancanze, perciò scrivere è anche un modo di crescere e sradicare preconcetti. Dev’essere un esercizio continuo, siamo tutti vittime del patriarcato. Non dobbiamo smettere di ragionare, è necessario prendersi il proprio pezzo di responsabilità e dare un valore aggiunto al dibattito.
Ultima domanda: cosa pensi delle tue mestruazioni?
Che gli voglio bene!
pubblicato sul numero 45 della Falla, maggio 2019
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