Il catalogo del Servizio bibliotecario nazionale ne conta 11, pubblicati a partire dal 1986: i Quaderni di critica omosessuale, collana nata grazie al talento di Stefano Casi, si interruppero nel 1994. Curai l’ultimo (Ha più diritti Sodoma di Marx?) 25 anni fa: ripercorre le idee e le cronache che dal 1977 al 1982 accompagnarono il Collettivo Frocialista, poi Circolo di cultura omosessuale XXVIII Giugno, alla conquista del Cassero di Porta Saragozza. (Sorpresa: tra le biblioteche nelle quali è ospitato c’è il Seminario Vescovile di Vicenza!).
È un’assenza che pesa: le idee, come mostrano La Falla ogni mese e Gender Bender ogni anno, non mancherebbero. D’accordo, il bisogno di rappresentarci e raccontarci in prima persona era, in quegli anni, forse più necessario e urgente.
È vero, con Internet troviamo un’infinità di materiali da tutto il mondo. A che servirebbero volumi stampati, oltretutto ingombranti e costosi? Servono.
Altri Quaderni ci avrebbero offerto una panoramica delle evoluzioni del pensiero e delle pratiche, consentito a tante e tanti di esporre i propri punti di vista e confrontarli, di indagare la produzione musicale, cinematografica, teatrale, narrativa, saggistica, iconografica, di analizzare Internet e le nuove socialità che ha prodotto, di valorizzare idee e percorsi altrimenti destinati all’oblio. Oggi li troveremmo nelle nostre biblioteche, a portata di mano, pronti per farsi sfogliare e aiutarci a capire.
Date ascolto alla Nonna: non è tardi per ricominciare.
Pubblicato sul numero 50 della Falla, dicembre 2019
Immagine da openlibrary.org
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