La mia ragazza squirta parecchio. Lo fa spesso intendo. È molto eccitante ma allo stesso tempo frustrante perché io non ci sono mai riuscita. Le abbiamo provate tutte ma niente. Che consigli potete darmi?
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Date la tua turbata schiettezza e la particolare natura dell’argomento, direi di spogliarci dei consueti convenevoli d’apertura e di venire subito al sodo, o per meglio dire in questo caso, al liquido.
Permettimi di sbrogliare sin da subito la matassa delle tue vaginocubrazioni: l’eiaculazione femminile non è una questione di tentativi come il parcheggio parallelo o dire a tua madre che dieci chiamate al giorno equivalgono ad “atti persecutori” nell’ordinamento penale.
Lo squirting è un orgasmo deluxe, per così dire, un meccanismo fisiologico che s’innesca in un campione demografico difficile da stimare ma certamente modesto, pressappoco inquadrabile fra il 10 e il 30 percento della popolazione femminile.
Nella donna, durante l’eiaculazione, le ghiandole di Skene secernono un liquido che scorre attraverso i dotti parauretrali ed infine sfocia in un vispo zampillo vischioso. Quale sia l’esatta natura di questo liquido è stato a lungo l’oggetto di una sfibrante diatriba scientifica. “È piscio!”, urlavano gli inglesi. “Ma non puzza!”, ribattevano gli austriaci. Dopotutto, se la vicenda di Troia ci ha insegnato qualcosa è che per scatenare una guerra è sufficiente una vagina. Tornando a noi: secondo studi recenti, tale secrezione consisterebbe in una sostanza alcalina, contenente Psa, Pap, tracce di glucosio e fruttosio. Niente urea o creatinina, pertanto a tutti gli effetti non si tratta di urina, sebbene si manifesti alcalina come quest’ultima. Che cosa significano Psa e Pap? La prima sigla sta per “Antigene Prostatico Specifico,” mentre la seconda per “Fosfatasi Acida Prostatica”. Entrambe si riferiscono a due enzimi particolarmente noti agli studiosi dell’apparato genitale maschile, sicché costitutivi del liquido spermatico. È stato quindi accertato che la composizione del liquido eiaculatorio femminile contiene enzimi propri del suo equivalente maschile: lo sperma.
Perché? A che scopo? Ebbene, signore impazienti, nessuno ne è ancora venuto a capo. La funzione biologica di questa particolare amalgama enzimatica non ha tutt’oggi una spiegazione scientifica soddisfacente. Considerata la similarità di funzione e produzione secretiva, gli studiosi ritengono che le ghiandole di Skene siano una sorta di equivalente femminile della prostata. Fine, non si sa altro.
È senza dubbio stupefacente il fatto che nel ’69 atterravamo sulla Luna ma che abbiamo dovuto aspettare l’alba del terzo millennio per realizzare – quantomeno – che le donne non si pisciano addosso quando orgasmano.
Come detto poc’anzi, lo squirting è un fenomeno di nicchia. Esiste una difficoltà nel tracciarne una stima statistica dal momento che per la maggior parte delle intervistate si tratta di un argomento difficile da intavolare. Per quanto riguarda il “come fare per” anche qui si spalancano più bivi che gambe nell’ultimo film di Sorrentino. Perlopiù si sostiene che l’eiaculazione sia un meccanismo involontario scatenato dalla stimolazione del complesso clitoro-uretro-vaginale, volgarmente “Punto G”, e corrispondente alla parete anteriore della vagina sulla quale poggia la vescica. Tuttavia non è solo una questione di stimolazione fisica ma anche di distensione psicologica.
Come vedi, mia cara, il quadro è assai complicato e per questo non è possibile fornirti la ricetta perfetta per questa misteriosa eiaculazione. Non esiste ahimè uno Giallo Zafferano per lo squirting vaginale, ma in questo guazzabuglio di acquatici arcani una verità soltanto si staglia certa ed incontrovertibile: e cioè che, sfogliando nostalgicamente il mio vecchio album di figurine dei Pokémon, non riuscirò più a guardare Squirtle allo stesso modo.
Cordiali zampilli,
Il bugiardino
immagine realizzata da Claudia Tarabella
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