BREVE GUIDA AI PODCAST DI GENERE
Come sarebbe poter ascoltare discorsi femministi alla radio, quando capita, tra una canzone e l’altra?
La visione non è così utopistica come potremmo pensare: basta togliere il «quando capita» e fare un piccolo sforzo per andarsi a cercare i podcast.
Se padroneggi l’inglese, non hai che da sbizzarrirti, perché tra britannici e statunitensi, pionieri dell’on demand e della serialità, si contano almeno 50 trasmissioni attive incentrate sul punto di vista delle donne.
Ma se il poliglottismo non è uno dei tuoi punti di forza, non ti preoccupare: anche in Italia sono comparsi alcuni coraggiosi approcci alla chiacchiera femminista che riposano le orecchie dall’onnipresente discorso maschile. Vi suggeriamo i migliori, in ordine descrescente di impegno mentale richiesto.
Senza rossetto è invece la creazione di Giulia Cuter e Giulia Perona, che in ogni puntata «affronta un tema legato alle convenzioni che la società
Concludiamo i nostri suggerimenti con l’unico podcast che viaggia anche sulle onde di una emittente radiofonica, riuscendo così a raggiungere – e questa è una manna dal cielo – persone dall’ascolto casuale.
Ordinary girls è un turbine di ironia, musica, leggerezza, ma anche di denuncia sincera e arrabbiata.
Durante l’estate la trasmissione va in pausa ed è quindi il momento perfetto per recuperare, una dietro l’altra, tutte le puntate di questo primo anno di attività.
Attenzione: tutte le autrici dei podcast elencati soffrono della sindrome, più o meno acuta, da spargimento di pronomi maschili. Sarà per non escludere i casuali ascoltatori maschi e riuscire a instillare in loro il dubbio di una sana condotta di vita? Siamo ottimiste e confidiamo che la risposta sia proprio questa.
Pubblicato sul numero 47 della Falla, luglio/agosto/settembre 2019
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