In collaborazione con Cassero Salute
Quando parliamo di droga, i significati che andiamo a sfiorare sono molteplici: sostanza illegale, sostanza psicoattiva, sostanza a uso terapeutico, sostanza a uso culinario.
Per la scienza il termine droga non è quindi solo sinonimo di illegale o psicoattivo, ma anche di prodotto naturale, vegetale o animale, contenente uno o più principi attivi, come per esempio alcaloidi, oli essenziali, sostanze amare, purgative, aromatiche e che pertanto, opportunamente preparato e conservato, trova indicazioni terapeutiche.
Delle numerose piante medicinali presenti in natura vengono utilizzate solo le parti più ricche di sostanze attive come le radici, le foglie, i fiori, la resina, la corteccia.
Queste droghe sono per lo più usate sotto forma di preparazioni galeniche: infusi, estratti, tinture, e non hanno alcun effetto psicoattivo.
Nell’immaginario collettivo il termine droga è spesso assimilato a sostanze illegali, ma anche alcol, tabacco, caffeina che troviamo nelle nostre case, sono sostanze psicoattive e in tutta la loro legalità possono avere effetti notevoli sul nostro modo di agire o sul nostro stato di coscienza. Il rallentamento di riflessi che subiamo dopo un paio di birre e che può rivelarsi letale se ci mettiamo alla guida ne è una dimostrazione.
Il concetto di “sostanze psicoattive” rispetto a quello di legale e illegale è quindi meno stigmatizzante e permette di includere, al di là del loro statuto legale, tutte le sostanze che hanno degli effetti sulla mente e sul corpo e di affrontare il discorso da un punto di vista informativo e non moralistico.
I principi attivi delle diverse sostanze psicoattive hanno effetto perché raggiungono il cervello attraverso il torrente ematico e superano le barriere che lo rivestono. Ci riescono perché possono legarsi a dei recettori specifici che ne permettono l’ingresso. Parlare di recettore è come parlare del buco della serratura di casa nostra, mentre parlare di sostanza che vi si lega è come parlare delle chiavi che ci siamo fattз fare dalla ferramenta di fiducia. Se la chiave entra e apre la porta è perché è compatibile con la nostra serratura.
Questo vale anche per le sostanze presenti nella Cannabis che entrano ed evocano nel nostro corpo vari tipi di reazioni, comprese quelle di tipo terapeutico, grazie a un sistema recettoriale, e quindi di serrature, che appartiene al mondo animale fin dai primordi dell’evoluzione.
La Cannabis è una pianta in grado di produrre molteplici effetti sul corpo umano.
Al suo interno si trovano principalmente due sostanze psicotrope appartenenti alla categoria dei cannabinoidi: il noto THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo) e il CBD (cannabidiolo).
Ne esistono differenti varietà (Indica, Sativa e Ruderalis) e preparati con altrettanti effetti differenti. Questi vengono assunti attraverso due modalità: fumandoli o ingerendone i composti, sia mangiando prodotti come torte e biscotti, che bevendo infusi o decotti.
I prodotti assunti attraverso il fumo in combinazione con il tabacco sono le infiorescenze femminili fatte seccare, l’hashish, oppure il BHO (butane hash oil). I prodotti alimentari come space cake, olio, burro, biscotti, generalmente producono un effetto più intenso, prolungato e impegnativo. Sia fumare la sostanza che ingerirla può avere degli effetti secondari imprevedibili che variano a seconda delle caratteristiche psicofisiche della persona, delle sue aspettative, delle abitudini d’uso, dello stato d’animo in un determinato momento, dal contesto e dal dosaggio.
La durata d’azione della sostanza cambia a seconda delle modalità in cui viene assunta, se fumata o vaporizzata ha effetto da 1 a 5 ore, se ingerita dalle 4 alle 14 ore.
Per quanto riguarda il dosaggio, dipende dalla persona, dalla tipologia, dalle concentrazioni di CBD e THC contenute nella sostanza stessa e dalle modalità di assunzione. Le concentrazioni di questi due principi attivi variano da pianta a pianta. Date queste numerose variabili è consigliabile iniziare sempre con un basso dosaggio, soprattutto se è la prima volta.
Se fumata, gli effetti vengono percepiti in breve tempo, ossia in 5-10 minuti. Le dosi sono le seguenti: bassa 33-66 mg (THC), media 66-100 mg (THC), alta 100-150 mg (THC).
Se mangiata, gli effetti vengono percepiti in un lasso di tempo più lungo, anche 1-2 ore. Le dosi sono: bassa 2.5-5 mg (THC) media 5-10 mg (THC) alta 10-25 mg (THC).
Gli effetti psicoattivi ricercati nell’assunzione della Cannabis e che appaiono con i dosaggi calibrati sono i seguenti: buonumore, euforia, rilassamento, aumentata percezione dei sensi (udito, olfatto, tatto, gusto), aumentata creatività; si può creare una profonda connessione con la musica.
Non mancano gli effetti collaterali: perdita del filo del discorso, distorsione del tempo, aumento di ansia e paranoia, riduzione di capacità di concentrazione e della memoria a breve termine. E tra i vari effetti collaterali, quelli fisici sono: bocca secca, occhi rossi, aumento del battito cardiaco e aumento dell’appetito.
I rischi sono molteplici. Fumandola con tabacco sono associati alla combustione e all’inalazione di fumo; è inoltre più facile sviluppare una dipendenza collaterale da nicotina.
Vaporizzandola si riducono questi rischi. La dipendenza che dà questa sostanza è prettamente psicologica e non va sottovaluta. I mix da evitare sono molti: non assumerla con psichedelici come LSD, psilocibina, DMT, 2C-X. Gli effetti possono interferire aumentando la possibilità di entrare in loop di pensieri negativi. Sarebbe bene prestare attenzione ad assumere Cannabis con stimolanti come amfetamine e cocaina perchè si potrebbe avere un brusco incremento di pensieri paranoici. Non si dovrebbe inoltre assumere cannabis con alcol perchè potrebbe dare capogiri, vomito e svenimenti.
Per un safer use i consigli sono i seguenti: ridurre l’uso giornaliero qualora interferisca con la vita quotidiana; evitare di mettersi alla guida subito dopo l’assunzione dato che porta a un calo di concentrazione e attenzione; evitare la vaporizzazione o l’assunzione associata al tabacco se si hanno problemi di respirazione, portare con sé dei sali minerali se si dovessero presentare dei cali di pressione; evitare l’assunzione quando si sta male o non si è nella condizione più tranquilla e agevole.
Da questo discorso si evince che persino il THC può rivelarsi una molecola complessa e altrettanto complesso può essere il viaggio che ci potrebbe far fare. La definirei una sostanza che può entrare nella vita in punta di piedi, ma che se non usata con attenzione potrebbe farci mettere le cinture di sicurezza anche sul divano di casa.
Illustrazione in evidenza di Diego Della Toffola, immagini nel testo di Chemist 4 use e di Rafo Barbosa
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