UNA STORIA DI COLEI CHE È LONTANA

«Dov’era la luna? Ché il cielo
notava in un’alba di perla […]»
L’assiuolo, Pascoli 

Una e molteplice, mutevole, persistente, compagna del sole, guardiana di amanti e segreti, da tempo immemore osservata, amata, anelata, studiata e, cinquant’anni fa, conquistata. Il 20 luglio del 1969, Neil Armstrong e Buzz Aldrin passarono alla storia come i primi ad aver messo piede sulla luna, esito finale della celebre missione Apollo 11. Un cinquantenario da celebrare per i nuovi orizzonti che aprì all’umanità, e un’occasione per approfondire la conoscenza dei miti occidentali su quell’astro che, più vicino di ogni altro alla Terra, da sempre la accompagna e regola in un qualche modo la vita e i sogni del genere umano. 

Fin dai tempi antichi essa è icona e riflesso del femminile, della dea, trina ovviamente, come triadi sono in effetti tutti i gruppi di dee che si incontrano nella mitologia greca a partire dalle storie della creazione, come nota Kerényi (Gli dei e gli eroi dell’antica Grecia, Saggiatore): «[…] per lo più tre sorelle […] sono quasi sempre una sola dea triforme». E così i tre aspetti della Luna si riflettono nelle personificazioni stesse della Dea che, verosimilmente,  regnava sulla Grecia prima dell’avvento degli dei olimpici: vergine, ninfa e vegliarda. Da alcune analisi del mito classico emerge tra le righe il retaggio di quello che sembra essere stato un vero e proprio scontro tra una società matriarcale e invasori patriarcali, che in questo caso chiameremo genericamente Elleni, come fece Robert Graves (nell’introduzione al suo I miti greci). In tale scontro, il legame tra il simbolo lunare e il femminile è inscindibile

Una personificazione interessante di questo processo è Ecate, il cui nome vuol dire «colei che è lontana», dea dell’astro d’argento che è la mutevole luna, che regna sulla terra, sul mare e sull’oltretomba, poiché «Zeus rese onore speciale e le concesse splendidi doni». Il padre degli dei glorifica quella che è forse la più impalpabile persistenza di un ordine sociale diverso, in quello che sembra uno dei vari tentativi di riassimilazione, nel mito, della cultura pre ellenica. Questo pare scorgersi anche dalla sua genealogia: Ecate infatti è di stirpe titanica, quella stessa stirpe combattuta e sconfitta dal re degli dei nella sua scalata al potere. Sua madre è Asteria, titana che fuggì dal tentativo di Zeus di possederla carnalmente tramutandosi nell’isola di Ortigia. Tuttavia, malgrado i suoi natali, Ecate gode di grande favore sull’Olimpo. Nessun mito specifico è legato a questa strana figura divina, spesso vicina ad Artemide ma anche a Persefone e altre dee, però si conoscono bene i suoi attributi, che si estendono effettivamente quasi in ogni campo della vita. 

Col passare del tempo la figura di Ecate sprofondò sempre più nel mondo ctonio, il regno sotterraneo, acquisendo connotati oscuri, e le sue statue cominciarono a comparire ai crocicchi, col volto coperto dalle maschere delle gorgoni (a loro volta simboli della divinità femminile più antica nei suoi aspetti terrificanti). Diverrà la divinità delle streghe e dei maghi per eccellenza, evocata dinanzi al plenilunio per ottenere la realizzazione di incantesimi e sortilegi. 

La sua scomparsa nelle profondità dell’Ade non è stata totale; la luna, alla quale era assimilata, ha continuato a esistere come simbolo legato al femminile e alla donna anche là dove è più difficile da notare. Eppure, secoli dopo, è la madre di Cristo a scendere dal cielo «con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle» (Apocalisse 12;1), legando fin dal testo sacro la vergine alla simbologia lunare. Allo stesso modo, il simbolo dell’Islam di oggi, quella mezzaluna con la stella che campeggia su svariate bandiere di stati di religione musulmana, pare avere la stessa origine. Furono i turchi a diffonderlo, dopo averlo già trovato a Istanbul come simbolo della città, anticamente fondata col nome di Bisanzio e dedicata ad Artemide, detentrice della falce di luna. Si racconta che fu dopo l’avvento del cristianesimo che a quella falce pagana venne aggiunta la stella, proprio come attributo della vergine Maria. 

La luna è quell’astro che ci ricorda buona parte della storia che ci siamo lasciati alle spalle, una storia tutta da scoprire e ricordare, non solo nello spazio che si staglia davanti a noi, ma anche nel passato che abbiamo dimenticato.