La programmazione del 2016 ci presenta tre grandi film a tematica lesbica, e non solo, tutti candidati agli Academy, e soprattutto tutti probabilissimi pianti isterici al cinema.

Freeheld, film con Ellen Page (chi ancora non lo sapeva in questo momento sarà svenuta… su, su!) e Julianne Moore (portate i sali!), Carol con Cate Blanchett (niente, l’abbiamo persa…) e infine quello che già si presume un vero capolavoro di sensibilità e finezza, The danish girl, con il premio Oscar dell’anno scorso Eddie Redmayne.

Già le lesbiche si dividono in quelle che, dal suo coming out ufficiale, attendevano accampate davanti alle multisala il film in cui Ellen Page impersonasse finalmente una lesbica, quelle innamorate di Cate Blanchett (boh, quindi l’intera popolazione, direi) e quelle che vorrebbero trasformare veramente Eddie Redmayne in una donna omosessuale. Ma nel frattempo noi in Italia? Che cosa offrirà mai il cinema italiano, in un momento in cui il cinema estero decide di parlare di transessualità o di reversibilità della pensione nelle coppie omosessuali? Beh, ecco, deve uscire Io e lei, con Margherita Buy e Sabrina Ferilli, il film di cui avevamo bisogno… dieci anni fa.

Sì, perché di film “politici” (così è stato definito più volte dalla regista, interpretate voi) che permettessero ai pubblicitari e ai giornalisti di buttare in grande pagina la parola “coppia” seguita dall’asso-piglia-tutto “lesbica”, ora non ce n’è più bisogno. Abbiamo avuto Cuori nel deserto, Go fish, Pomodori verdi fritti ormai vent’anni fa, e soprattutto abbiamo lo streaming.

Dal cinema italiano vorrei ben altro, ormai: vorrei che la prima frase pronunciata da una o un regista in procinto di girare un film a tematica non fosse “Perché sa, io non ho mai avuto pregiudizi”, vorrei che la trama andasse oltre al “c’è una coppia di lesbiche”, vorrei che nel trailer avessero il coraggio di mettere una sana scena erotica e non del banale sesso voyeuristico; vorrei del coraggio, vorrei ci si scardinasse dalla mentalità bigotta popolare come il cinema ha saputo fare bene un tempo, quando dietro la cinepresa c’erano Federico Fellini o Vittorio De Sica. Ma più di ogni altra cosa vorrei una nostra Ellen Page; un’attrice giovane, brava e dichiarata… Oddio, forse mi accontenterei anche di una Jodie Foster, dichiarata dopo mille eterni rumors, ma pur sempre fuori da quel maledetto armadio.

E invece niente: abbiamo Io e lei, i nostri giornali titolano felici e soddisfatti “Storia di una coppia lesbica e normale” e noi quest’anno a Bologna abbiamo dovuto rinunciare persino a Some Prefer Cake.

pubblicato sul numero 8 della Falla – ottobre 2015

immagine realizzata da Andrea Talevi