«7 ospiti… solo una donna! Come mai? Con rammarico devo declinare l’invito. Come scelta professionale non partecipo a nessun evento che non implementa la parità e l’inclusione».
Con queste parole Rula Jebreal, giornalista dalla carriera internazionale, rifiuta via social la partecipazione alla trasmissione Propaganda Live, in onda ogni venerdì su La7.
«Rula Jebreal, e questo lo abbiamo capito una volta per tutte, non conosce la nostra trasmissione» ribatte il conduttore Diego Bianchi in 8 minuti e 2 secondi di monologo andato in onda il 14/05/2021; un intervento teso, puntellato dagli ampi sorrisi di Makkoks e sostenuto dagli applausi convinti di Damilano (direttore dell’Espresso), Celata (TG La7), Schianchi (La Stampa) e Reuscher (corrispondente in Italia per Die Welt). Uno spiegone che il sito della trasmissione titola Diego Bianchi spiega (anche a Rula Jebreal) cos’è Propaganda Live: drammatico l’uso del verbo spiegare abbinato al nome della giornalista, pienamente in linea con la tradizione paternalistica di chi vuol spiegare alle donne ciò che non sanno, mansplaining diciamo noialtre. Bianchi tiene a precisare che «La nostra forma mentis consiste nell’invitare una donna o un uomo perché competenti, per la loro storia, perché i migliori per parlare di quella determinata cosa».
Puntuale la replica di Jebreal: «“Noi guardiamo alla competenza non al genere.”
Il problema di sottorappresentanza delle donne – in politica, e nei media – segnala che la competenza non basta… Salvo pensare che gli uomini siano statisticamente più competenti».
Vari articoli e commenti social a essi connessi danno immediatamente il via all’ennesimo linciaggio mediatico di Jebreal: si contano quante volte è stata unica ospite donna e in quali trasmissioni – la famosa storia del dito e della luna; la si scredita con numerose varianti di argumentum ad hominem, quella che va per la maggiore è l’accusa di cercare visibilità personale; diversi, infine, sostengono che, proprio a causa del suo rifiuto, Propaganda si è trovata con zero ospiti donne, quindi colpa di Jebreal la preponderanza testosteronica in prima serata su La7. Nel complesso, un campionario talmente grottesco da far concorrenza ai drammi di Dürrenmatt e che imbruttisce la nostra opinione pubblica.
Dunque, il nostro plauso va a Rula Jebreal, capace di stanare le ipocrisie nascoste nei monoliti dello status quo, tenace nonostante il peso dello scandalo e la fatica delle azioni esemplari. A lei va anche il nostro grazie, perché continua a salvarci da noi stessi.
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