Oggi diremmo arcobaleno, lavanda, oppure il rosa, che a metà del secolo scorso non si era ancora affermato come simbolo di effemminatezza. Ma quando nel 1960 a Brescia ci fu il primo grande caso mediatico sugli incontri gay, questo prese il nome di balletti verdi. All’epoca si chiamavano balletti gli scandali sessuali, ma perché verdi? L’associazione all’omosessualità maschile più accreditata risale all’Ottocento vittoriano, in cui Oscar Wilde e la sua cerchia appuntavano un garofano tinto di verde alla giacca. Pare però che questo simbolo di riconoscimento tra uomini interessati a pari fosse già di moda tra i gay parigini. The Green Carnation è anche il titolo del romanzo satirico di R. Hichens, che sulla scorta scandalistica – collegamento casuale? – del processo a Wilde, ritrae nei protagonisti i doppi di quest’ultimo e del suo amante, Lord Douglas. Il garofano verde, inoltre, è oggi stilizzato al centro della bandiera achillea.

Forse senza soluzione di continuità nei secoli, lo storico W. R. Dynes afferma che il verde fosse legato alle pratiche omosessuali nell’antica Roma: in effetti, nei suoi epigrammi Marziale vitupera i “galbinati”, effemminati che vestivano un color verde giallastro. J. Grahn racconta invece come, fino alla metà del secolo scorso in USA – altro collegamento! -, a scuola venisse detto di non indossare il verde di giovedì per non sembrare queer, perché il colore e il giorno erano entrambi associati alle fate, il cui libertinaggio silvano era a sua volta simbolo di devianza sessuale.

Immagine in evidenza: gay.it